Edited by Bruno Latour, Christophe Leclercq – Reset Modernity!

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The MIT Press / ZKM, ISBN: 978-0262034593, English, 432 pages, 2016, USA

Nel computing, la definizione di reset significa “portare un sistema in condizione normale o in stato iniziale”. A partire da questo concetto, legato all’atto del riavvio, prende le mosse Reset Modernity, un’altro evento ZKM basato su una “mostra di pensiero”, esposizione che è accompagnata da una vasta antologia di testi (e che viene dopo Iconoclasm e Making Things Public). Le sei sezioni – e non a caso – sono state rinominate “procedure”, riflettendo efficacemente i moduli espositivi. Nel contesto di un lento e progressivo degrado ecologico, queste procedure riflettono diverse aree culturali cruciali (come l’arte, la moralità, i laboratori, la politica, la tecnologia e così via), ambiti nei quali dobbiamo reimpostare i nostri atteggiamenti per interpretare e decodificare la realtà. Una di queste procedure è appropriatamente intitolata “Innovation not Hype”, sezione che dispiega materiale piuttosto intrigante, atto a riconfigurare la mission della tecnologia dall’oggetto al progetto, così come un’altra delle metodologie proposte è “l’incontro diplomatico”, che descrive riunioni volte a rinegoziare collettivamente i valori filosofici. Latour ha messo in pratica questa metodologia in “Théâtre des négociations”, una concreta conferenza sul clima, decisamente alternativa, realizzata durante il Cop21. Come Donato Ricci (che ha anche co-curato la mostra e ha progettato splendidamente tutta la pubblicazione) dice nel suo contributo, il reset è “una procedura lunga, calma, paziente e frammentata”. Meglio iniziare a familiarizzare con questi processi allo scopo – infine – di dar vita a un’auspicabile e condivisa fiducia.