Edited by Frederick Bianchi, V. J. Manzo – Environmental Sound Artists: In Their Own Words

environmentalsoundartists

Oxford University Press, ISBN-13: 978-0190234621, English, 232 pages, 2016, UK

Quella di environmental sound è una definizione che può comprendere i suoni ottenuti da vibrazioni strutturali in uno specifico contesto ambientale (una foresta, un ufficio), emergenze auditive che producono un’esperienza di tipo psicoacustico. Al di là delle diverse metodologie – partendo dall’emulazione d’ispirate composizioni – che i musicisti storicamente applicano a questa branca di studi, il World Soundscape Project, un database avviato da Murray Schaefer nel 1960, rimane centrale per quella che ora è chiamata “acoustic ecology”, un campo che ha influenzato in maniera decisiva l’utilizzo di suoni ambientali registrati. L’impatto di questi concetti sulla produzione di musica sperimentale attuale è assai vasto, se consideriamo categorie come field recording e musica elettroacustica o le più svariate metodologie di sonificazione e gli ambienti sonori immersivi. I testi qui raccolti sono in misura maggiore scritti da artisti del suono che descrivono i rispettivi approcci in un arco stilistico che va dallo scientifico al molto personale. La selezione che scaturisce è gratificante per il lettore, che può valutare come l’atto della registrazione assuma un significato e un valore differente da testo a testo. Registrare in un ambiente significa anche registrare nello spazio e nel tempo una realtà specifica: quello che si può sentire presto scomparirà, sia per una ragione contingente o come risultato di un degrado ambientale. Eppure il gesto della registrazione, attraverso l’effimero crescente del digitale, è in grado d’ispirare e cambiare le attitudini a tal proposito, più che il mero contenuto, perfino se immaginiamo il suo recupero secoli più tardi.