Monochrome(s), nothing but whiteness

monochrome

Ogni tanto un artista il cui lavoro credevamo di conoscere riesce comunque a sorprenderci. Con la sua nuova serie video Monochrome(s) l’artista austriaca conosciuta come Lia ha realizzato esattamente questo. Conosco Lia tramite il sito di net art Turux.org dalla metà degli anni novanta, quando questo era realizzato assieme da Lia ed il suo partner Dextro. Sia Lia che Dextro sono pseudonimi. Lavorare sotto pseudonimo era all’epoca una pratica non insolita per net artisti, quando questi erano in gran parte conosciuti per le loro “risorse” o i nickname on-line. Turux.org, anche fa parte della mappa net art di Jodi che esibisce gran parte della scena net art del 1996, distinguendosi per la sua estetica molto specifica, che era diversa da qualsiasi altra nel campo, a quel tempo. Quando la maggior parte degli artisti effettuavano opere sia visive o performative complicate taglienti e grezze, Dextro e Lia hanno creato spesso fragili intrecci, cercando immagini minimali e molto lucide. È ancora possibile trovare l’archivio online. Alcuni anni fa, Dextro e Lia, che si erano già divisi poco prima, hanno ingaggiato una battaglia non dissimile da quella tra Ulay e la Abramovic. Ognuno dei due ha il proprio sito web e la sua attività, ma il lavoro di uno è sempre molto simile a quello dell’altro. Almeno, ho pensato così, fino ad ora. Con Monochrome(s) Lia sembra muoversi in una direzione completamente nuova. L’opera comprende una serie di video in cui forme bianche si muovono su sfondi bianchi. Questo significa che i video esibiscono niente altro che bianco. Mostrano quello che sembra un vuoto. Questi potrebbero essere i vestiti dell’imperatore, ma guardando più da vicino l’opera di Lia degli ultimi anni si può vedere uno sconfinamento nella vanificazione della forma. In quello che sembra un’amplificazione e ripetizione di forme fragili – per le quali l’artista è conosciuta – si può anche vedere come vi sia una spinta verso il vuoto e lo spazio che si muove al di là di singoli pezzi. La sua stampa 3D “Filament Sculptures” – per esempio – è una serie di oggetti neri creati da un po’ troppo leggere variazioni differenti, che danno vita a un effetto cinema o di animazione, emanando una strana operosa quiete. Qualcosa di simile accade nella serie Monochrome(s). Ogni singolo Monochrome(s) – abbastanza stranamente – ha una sua estetica e crea la propria esperienza, anche se tutti sembrano piuttosto simili, tranne che per le loro diverse lunghezze. Guarderemo ancora insistentemente – allora – per quello che succederà dopo. Josephine Bosma

 

Monochrome No. 7: Constantly Transforming White Triangle on White Background