Paul Stephens – The Poetics of Information Overload: From Gertrude Stein to Conceptual Writing

The Poetics of Information Overload

University Of Minnesota Press, ISBN-13: 978-0816694419, English, 240 pages, 2015, USA

Siamo in grado di tentare una definizione di “sovraccarico di informazioni” come una sproporzione percepita tra la quantificazione delle informazioni che ingeriamo e la nostra capacità di metabolizzarle. Chiaramente questo non è una cosa necessariamente legata ai media digitali, come è stato sperimentato nel nostro passato meccanico–analogico e – probabilmente – ad ogni cambiamento importante nel mediascape. Nondimeno, la spesso propagandata accelerazione imposta dal digitale ha innescato una scala diversa e il concetto dei “big data” dimostra facilmente questo assunto. Come compensare questa sproporzione? Stephens propone che si usino segni contro i segni, per i quali, parafrasando McLuhan, tutto ciò che facciamo può essere ridotto ora a “sfregamento d’informazioni sulle informazioni”. S’intreccia allora la poesia d’avanguardia del 1900 ed il suo rapporto con la rapida evoluzione dei media, appropriandosi e trasformando il ritmo delle nuove informazioni e utilizzando le proprie strategie letterarie. Il risultato è coinvolgente e rigoroso, riesce a catturare il lettore attraverso un lungo e piacevole percorso, ricco di riferimenti incrociati, la poesia e ispirate visioni che – sorprendentemente suonano ultra-moderne la maggior parte del tempo. Inoltre, le diverse forme di scrittura concettuale sembrano assumere la forma di anticorpi culturali, progettati per curare il sovraccarico d’informazioni, elaborando i concetti attraverso l’incredibile potere del linguaggio, soprattutto nelle sue forme poetico-visive. De-contestualizzando una citazione di Katherine Hayles, il libro di Stephens sembra sostenere che “se siamo in grado di diventare l’informazione che abbiamo costruito, siamo in grado di ottenere l’immortalità efficace”.