edited by Yuk Hui and Andreas Broeckmann – 30 Years after Les Immatériaux: Art, Science, and Theory

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Meson press eG, ISBN-13: 978-3957960306, English, 276 pages, 2015, USA

Nella linea delle seminali mostre che hanno formulato le prime visioni di nuovi media e arte, Les Immatériaux ha un posto speciale. Curata nel 1985 da Jean-François Lyotard, con l’aiuto del design theorist Thierry Chaput al Centre Pompidou di Parigi, quell’esposizione ha contribuito a rafforzare il postmodernismo ed è stata anche una dei primi veri eventi new media, definendo in maniera critica l’importanza d’un tale approccio. Tra i suoi tratti distintivi vi era l’integrazione – negli stessi spazi – di opere d’arte e di apparati tecnologici, il design eccentrico del catalogo e i testi site-specific di Lyotard fruibili attraverso apposite cuffie mobili. Il concetto di una mostra preparata da una creativa, innovativa entità e curata da un filosofo, che intendesse realizzarsi come opera d’arte in sé, è stato meglio compreso un decennio più tardi, quando parte della società prefigurata nell’esposizione ha iniziato a materializzarsi. Al di là dell’approviggionamento del catalogo a prezzi scandalosi nei mercati di libri di seconda mano, il problema più urgente era quello di recuperare informazioni dirette (come l’intervista assai meticolosa con Jean-Louis Boissier), considerato che la maggior parte dei protagonisti erano passati a miglior vita. Questa ricerca è veramente preziosa, allora. Hui e Broeckmann hanno incluso un rapporto inedito di Lyotard sulla concezione della mostra e poi in due sezioni (arte e teoria) hanno invitato gli storici, i filosofi e gli artisti a condividere le loro ricerche e le loro memorie, la compilazione di una sorta di postuma estesa documentazione testuale della mostra, confermando anche trenta anni dopo l’aura assai speciale di Les Immatériaux.

 

Yuk Hui | Recontextualising Les Immatériaux