David J. Gunkel – Of Remixology: Ethics and Aesthetics after Remix

David J. Gunkel –  Of Remixology

The MIT Press, ISBN-13: 978-0262033930, English, 240 pages, 2015, USA

Forse non sarà “la folk art del futuro”, come Brett Gaylor prevedeva, ma – oltre ad essere una pratica popolare – quello del remix è un paradigma culturale socialmente accettato. Gunkel vuole rompere il dibattito dialettico che oppone il remix come creatività al furto, coinvolgendo il lettore – invece – nella traiettoria storica del fenomeno. Nella prima sezione (“Premix”) egli parte nel ristabilire la grammatica tecnica del remix, dal collage al mashup, insieme all’elemento più essenziale – la “registrazione” – includendo un’approfondita analisi del Fedro di Platone, in quanto questo costituisce il primo scritto che considera una tecnologia di registrazione. La seconda parte “Remix” estende il concetto a pratiche come il plagiarismo e l’inautenticità. Si scava ulteriormente anche a proposito d’argomenti come la “simulazione”, in relazione al rapporto tra originale e copia e “ripetizione”, entrambi i concetti ispirati da definizioni filosofiche di Deleuze. L’ultima parte, “Postmix”, riconsidera invece l’idea di remix, sottolineando come adesso l’industria del software si appropri di tale esperienza. Si conclude proponendo una diversa assiologia che, ridefinendo in teoria i termini cruciali del remix, apre nuovi spazi e sviluppi. Se negare autore ed originale è stato un gesto liberatorio, ridefinire questi elementi strategici potrebbe portare anche a strategie più efficaci. A titolo d’esempio Gunkel vorrebbe introdurre legalmente il concetto di “finitezza”, dove un originale riconosciuto come tale mantiene questo stato per un tempo finito. Questa qualifica – e altre simili – potrebbero portare potenzialmente alla creazione di nuove e altrettanto stimolanti forme culturali di remix.

 

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