Nina Sun Eidsheim – Sensing Sound: Singing and Listening as Vibrational Practice

Sensing-Sound

Duke University Press, ISBN: 978-0822360612, English, 288 pages, 2015

Perfino considerando “la voce” come una sorgente sonora, in un “suono” consueto, immaginario e personale, questa è identificata come qualcosa di esterno, mentre in realtà “la voce” è qualcosa d’interno e intimo. Se a questo aggiungiamo l’estrema potenza del linguaggio, “la voce” è ancora più difficile da trattare (e percepire) come un “suono”. La Eidsheim esplora nel suo libro queste contraddizioni con conoscenza e visione d’insieme e la sua teoria del suono come una “connessione universale d’identità”, per esempio, è assolutamente accattivante su come i bisogni e le prospettive umane sono state trasformate attraverso forme disincarnate di comunicazione, comunque sostenendo che, alla fine, “siamo tutti connessi gli uni agli altri attraverso e per mezzo del suono”. Quattro principali casi di studio vengono analizzati: le performance di canto sottomarino di Juliana Snapper; Meredith Monk e il progetto Vocal Ensemble, con i performer trasportano e “custodiscono” le loro voci con i loro corpi; Christopher Cerrone e la sua Invisible City, un pezzo per orchestra e voce, eseguita in una stazione e ascoltato attraverso le cuffie; e Alba Triana con le sue uniche composizioni Body Music, che sviluppano il canto come una “interna corporea coreografia”. La Eidsheim è in grado di delineare un nuovo percorso attraverso il canto e l’ascolto; questo comporta anche che s’illustrino pratiche nelle quali è stata personalmente coinvolta, come ad esempio i Noisy Clothes di Elodie Blanchard, coinvolgendo il linguaggio ed i problemi ad esso relativi, come un ulteriore elemento, alla fine legittimando tutto il suono del corpo come un medium decisamente complesso e stratificato.