Carolyn L. Kane – Chromatic Algorithms: Synthetic Color, Computer Art, and Aesthetics after Code

Carolyn-L.-Kane-–-Chromatic-Algorithms

University Of Chicago Press, ISBN-13: 978-0226002736, English, 328 pages, 2014, USA

Tra gli aspetti trascurati della “digitalizzazione di tutto” vi è anche la percezione dei colori sugli schermi e il modo in cui vengono prodotti (o – più precisamente – “eseguiti”). In questo meticoloso progetto di ricerca Carolyn L. Kane traccia la storia e la genealogia dei coloranti sintetici e delle loro caratteristiche algoritmiche. A partire dalle teorie dei colori classici della filosofia, della letteratura e della scienza (Aristotele, Goethe, Newton), il lavoro passa alla notte dei colori prodotti elettronicamente nella seminale video arte e nei primi esperimenti di toni sintetizzati elettronicamente. Da allora i colori sono stati incarnati sempre più nelle macchine, con codifica universale nel software del sistema operativo e delle interfacce. Il libro guarda alle convenzioni del web 2.0, così come alla “retro web art” (nella maniera nella quale essa è definita) e vi è – inoltre – un’abbracciare il determinismo dei media, visto attraverso la lente della media archaeology, arricchendo le traiettorie storiche con la teoria che ha ripercussioni profonde sulla categoria dell’innovazione tecnica. Inoltre, l’autore definisce il concetto di “post-optic”, in quanto ruolo funzionale che i colori hanno nella contemporaneità, estendendolo all’estetica (l’impatto di Photoshop), agli aspetti di sorveglianza relativi (per esempio ai raggi infrarossi), ai colori che non possiamo vedere in natura (gli ultravioletti) e a quelli che sinteticamente sono introdotti in natura (le proteine ​​fluorescenti sintetiche utilizzate nella bioarte). Chromatic Algorithms: Synthetic Color, Computer Art, and Aesthetics after Code è una pubblicazione riccamente illustrata e con un sacco di prezioso materiale storico, conoscenze che interessano più discipline ma soprattutto la storia dell’arte dei media, alla quale il libro contribuisce in maniera certamente significativa.

 

Carolyn Kane, “Cool Pinks and Hot Blues: Bridging Genealogies of Warm–Cool Color”