Illumination, the voice of the daytime

Illumination

Capita di stare all’aria aperta, chiudere gli occhi e restare ad ascoltare i rumori della natura. Il vento che si muove tra gli alberi, magari sentire qualche animale, lo scorrere di qualche tipo di corso d’acqua e – soprattutto– del tempo. È nei momenti in cui ci concediamo del tempo che riusciamo a pensare al tempo inteso come entità esistente, silente, costante, del tutto autonomo e indifferente a qualunque cosa. Etereo. Spesso ci sfugge però il reale peso di molte cose, la fisicità di molteplici fenomeni fisici… i nostri occhi non sono fatti per vedere il tempo scorrere o il suono diffondersi. I nostri sensi sono abituati a reazioni che si riescono a spiegare attraverso la logica o l’osservazione… talvolta attraverso la conoscenza. Per andare oltre tutte queste barriere esiste l’arte. Christian Skjødt è un artista e compositore danese che ci ha abituati ad entrare in contatto con la fisicità e l’estetica del suono, spesso ricreate o riproposte in ambienti immersivi e reattivi atti ad esplorare traduzioni di selezionati fenomeni fisici in suono. In occasione dello SKAN II del 2014, Christian Skjødt ha creato Illumination, un’opera ideata sullo studio specifico di una piccola area del giardino botanico di Riga. Sui morbidi pendii di una verde collinetta, 110 sistemi analogici solari autonomi raccolgono l’energia del sole e la trasportano nella sottostante cantina interrata del 18° secolo, sotto forma di suono. La cantina, appena illuminata da fioche luci, anche grazie al soffitto a cupola, diventa il palcoscenico di molteplici suoni emessi da altoparlanti sintonizzati a 440 Hz in condizioni di piena luce dei sensori all’aria aperta. Ogni sensore diviene la voce, prima di allora inascoltata, di un unico coro, mai uguale durante le ore del giorno o col mutare della situazione climatica. Una sinfonia sgraziata ma suggestiva, come le urla inconsapevoli di un bambino appena nato. È il giorno che parla. Benedetta Sabatini

 

Christian Skjødt – Illumination