Lucio Capece – Epoché

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CD – Hideous Replica

Registrato a Berlino fra il 2013 e il 2014 questo album del musicista argentino Lucio Capece è comprensivo di due estese composizioni di 26 e 21 minuti all’incirca e nelle quali è facile riconoscere sintetizzatori analogici, oscillatori, un modulatore ad anello, un equalizzatore di feedback, onde sinusoidali e batterie elettroniche. Sullo stilizzato e geometrico cartonato dell’uscita marcata Hideous Replica fa subito bella mostra una citazione di Maurice Merleau-Ponty tratta dalla “Phenomenologie Of Perception”: “ogni esperienza è nulla o deve essere totale”. Appare evidente il rimando al concetto di “corpo vivo”, in questo caso quello dell’elettronica e della composizione musicale, soggetto/oggetto della ricerca, sempre rigorosa, affascinante nelle sonorità prodotte, per le quali questo “corpo vivo” sembra essere un intreccio, un “soggetto che sente” e allo stesso tempo un “oggetto che è sentito”. Lucio Capece non è nuovo nell’interrogarsi sulle forme spesso ambigue della percezione, stratificata in ben codificati contesti e funzionamenti, eppure il suo approccio – contrariamente a certe maniere imperanti – appare accuratamente non site-specific. “Cosa succede alle vostre orecchie e alla percezione dello spazio quando si suona più quietisticamente di quello che suggerisce lo spazio?” Così s’interroga lo sperimentatore sonoro a proposito d’un suo precedente progetto ma lo svolgimento in questo Epoché sembra ancora del tutto in sintonia con quanto appena riportato: non v’è insomma un oggetto del quale trattare, così come il “sè” è abbastanza indistinto, esperienze irrecusabili e allo stesso tempo enigmatiche, permeate da vibranti e siderali sequenze, allo stesso tempo quasi tattili e molto fisiche.

 

Lucio Capece – Epoché [excerpt]