Elisabeth Schimana – Virus

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CD – Chmafu Nocords

La metafora virale ha segnato la storia dell’arte e della musica elettronica contemporanea forse più d’ogni altro concetto abbia fatto capolino a queste latitudini negli ultimi cinquanta anni, fin dalle seminali visioni di William S. Burroughs, poi popolarizzate da Laurie Anderson – in “Language is a Virus” – ma anche presenti in svariate altre narrazioni (si pensi ad esempio alla letteratura cyberpunk o alle teorizzazioni memetiche sull’evoluzione culturale per entità consistenti e replicabili). Elisabeth Schimana ha lavorato come compositrice, performer e radio-artist fin dal 1983, ha studiato elettroacustica e musica sperimentale presso l’Università di Musica e Spettacolo di Vienna, composizione per computer music allo IEM di Graz e musicologia ed etnologia presso l’Università di Vienna. Il suo approccio in quest’opera sembra più di tipo improvvisativo, improntato alla manipolazione sonora, alle tecniche di sintesi e all’iterazione free form. La stessa serie è ispirata a ellittiche percezioni acustiche, corpi risonanti e spazi, livelli di superfici e molteplici iterazioni fra i soggetti in gioco. Dice Elisabeth Schimana: “non c’è alcun brano musicale, siamo noi il brano”, intendendo come il suono diventi informazione, trasformata in movimento e attraverso gli strumenti ritorni alla musica. “Un virus biologico distrugge l’ospite invadendolo. Un virus musicale crea qualcosa di nuovo da questa esperienza di sentire “. Riverberi ovattati, palpitanti, percussioni meno docili, inviluppi elettronici, il suono di un oboe e di un clarinetto, gong e imprevedibili connessioni. Elisabeth Schimana è a suo agio nel condurre la composizione lasciando al contempo i musicisti liberi d’esprimersi e relazionarsi fra loro: il virus aziona molte frequenze di mutazioni e una tensione permanente rimane in bilico segnando in maniera splendida i differenti stati emozionali prodotti dai suoni.

 

Elisabeth Schimana – Virus #3