Photophon #1, light beams resonating acoustically

Photophon

Immaginate se potessimo colpire un oggetto distante, ascoltando le sue qualità acustiche utilizzando un impulso di luce come un proiettile. Aernoudt Jacobs ha studiato le molte derive della fotoacustica, ispirato da una poco nota invenzione brevettata da Alexander Graham Bell nel 1880: il fotofono. Concepito come il primo telefono senza fili, il fotofono modula un fascio di luce condensata per portare la voce di un altoparlante ad un ascoltatore situato a una certa distanza. L’invenzione di Bell ha gettato le basi per le successive ricerche sulla trasmissione ottica dei segnali, conoscenze che ancora oggi impieghiamo nelle fibre ottiche e nei telecomandi a infrarossi. Catturato dalla nozione che la luce può essere convertita direttamente in suono attraverso il connubio di elementi ottici e acustici, Aernoudt Jacobs ha studiato questo principio in collaborazione con il Laboratorio di Acustica e Fisica termica dell’Università di Lovanio. Photophon #1 è un’installazione con tre dispositivi fotoacustici in cui viene utilizzato una sorgente di luce modulata per eccitare i materiali di risonanza e produrre una risposta udibile. Un raggio laser viene interrotto da due dischi forati rotanti, generando un flusso di impulsi luminosi che colpiscono una cella fotoacustica autocostruita. Questo induce micro-oscillazioni della temperatura della cella, forzando il materiale a espandersi e contrarsi periodicamente, generando oscillazioni meccaniche. L’aumento di ampiezza necessario per rendere tali vibrazioni udibili è fornito da due unità e con precisione sintonizzato da amplificatori acustici, un risonatore Helmholtz e un corno elegantemente stilizzato in vetro soffiato. Jacobs sta adesso lavorando su una versione che impiegherà un sistema di tracciamento solare atto a replicare la fonte di luce artificiale con la luce del sole. Photophon # 1 esplora il potenziale estetico non realizzato della conoscenza scientifica – recuperando un’invenzione del 19° secolo attraverso l’uso di tecnologie contemporanee – e ci invita ad ascoltare fasci di luce in forme splendidamente musicali. Matteo Marangoni

 

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