Open Informant by Superflux, flaunting key personal communication.

Open-Informant,-Launting-Key-Personal-Communication

Già dal suo nome, che ricorda “Boundless Informant”, il software utilizzato dalla NSA per l’analisi e la visualizzazione dei dati, Open Informant di Superflux si manifesta come un progetto che si propone di indagare il tema della sorveglianza statale. L’opera si compone di due elementi: un’applicazione per smartphone e un badge da indossare. L’applicazione cerca attraverso le nostre comunicazioni personali di utilizzare gli stessi termini-chiave richiesti dalla NSA, considerandoli potenziali segni di rischi per la sicurezza nazionale. Una volta identificati l’app trasmette questi pezzi di conversazioni via bluetooth ad un badge indossabile e completamente personalizzabile, che li visualizza sul suo display con inchiostro elettronico. Il badge, indossato con ostentazione, mette le nostre conversazioni personali sotto i riflettori, in una sorta d’opposizione simbolica rispetto alla maniera segreta e furtiva con cui lo Stato analizza le comunicazioni dei suoi cittadini. Una forma di protesta pacifica che ci pone in prima linea, rivelando pubblicamente non solo le nostre parole, ma anche i nostri volti e corpi, in contrasto con la spersonalizzazione e l’anonimato reso possibile dalla rete virtuale all’interno del quale ci scambiamo la maggior parte delle nostre conversazioni oggi. Open Informant ci pone qualche interrogativo sull’invadenza delle forme di sorveglianza di massa attuate dai governi democratici nel contesto specifico di una società sempre più digitale e interconnessa: il graduale recepimento della nostra vita in rete è ciò che ha reso possibile Datagate e continua a rendere possibile un tipo di sorveglianza altamente invasiva, in grado di sopraffare il diritto di ogni individuo alla privacy. Ylenia Cafaro