Situation Rooms by Rimini Protokoll, first-person collective shooting.

The-Situation-Rooms_First-Person-Scenes

Situation rooms è una opera firmata dal collettivo tedesco Rimini Protokoll. Difficile farla rientrare nella categoria della performance, di una rappresentazione teatrale o di un esperimento cinematografico di realtà aumentata. Ha una scenografia: c’è un labirinto di stanze, che sono arredate diversamente l’una dall’altra per essere consone alle scene girate al suo interno, come un vero set cinematografico. Ha dei personaggi: in ogni stanza è stata girata una scena in cui qualcuno (che non si vede mai poiché le scene sono girate in soggettiva) vive un momento di pericolo o di tensione legato all’uso di armi (che sia un avvocato pakistano che difende vittime di attacchi di droni statunitensi, o un fotografo che stampa foto di guerra, o un alto funzionario che prende decisioni in una stanza dei bottoni). Ha dei visitatori: essi sono guidati dentro lo spazio scenico grazie a tablet dotati di cuffie. Ogni tablet trasmette una narrativa diversa tra quelle girate in precedenza negli stessi ambienti. Ogni visitatore passa attraverso le stanze seguendo le istruzioni dettate dalla sua specifica narrativa vivendo lo spazio secondo occhi e prospettive via via diverse: passando dall’essere spia all’essere spiato, da vittima a carnefice. Incontrando, scontrando, o mai vedendo gli altri per tutta la durata del percorso. Non ci sono attori, ma lo sono in qualche modo i visitatori stessi. Non sono infatti scelti a caso: sono 20 persone provenienti da 20 nazioni diverse, tutti con una biografia strettamente legata all’uso delle armi. Rubando il nome alla mitica “situation room” della Casa Bianca, quest’opera forse vuole descrivere la reciprocità di ciò che avviene in una singola “stanza” sulla storia di tutti. In questo continuo scambio di ruolo tra attori e pubblico, in una costante e reciproca tensione drammatica, è difficile stabilire verso chi, ma ovunque, ma da qualche parte, prima o poi, le armi da fuoco agiscono. Chiara Ciociola

 

Rimini Protokoll – The Situation Rooms, First-Person Scenes