Limor Shifman – Memes in Digital Culture

Limor Shifman – Memes in Digital Culture

The MIT Press, ISBN-13: 978-0262525435, English, 216 pages, 2013, USA

Dopo molto pontificare proveniente dal marketing e dal mondo della pubblicità, ambiti definibili “esperti” su come le informazioni possono essere spontaneamente adottate e ripetute in maniera massiccia (di solito questo è immediatamente definito “virale”), abbiamo finalmente un analisi competente dei meccanismi fondamentali che riguardano quello che oggi è chiamato un “meme” digitale. Un meme – come Shifman definisce – è (a) “un gruppo di oggetti digitali che condividono caratteristiche comuni di contenuti, forma e/o posizione”, (b) “elementi che sono stati creati con consapevolezza l’uno dall’altro” e (c) “concetti che sono stati messi in circolo, imitati, e/o trasformati tramite Internet da molti utenti”. Di un meme – va segnalato – Limor analizza non solo l’effetto sorprendente di propagazione e i modelli, ma anche gli effetti “collaterali”, come i remix indotti e la concezione e la realizzazione di vari mimetismi. Utilizzando la celebre definizione di Richard Dawkins del 1976 si può dire che meme è molto diverso da “virale”, che è la duplicazione di un singolo pezzo di informazione in molte copie, mentre nei memi la propagazione è una sorta di reazione a catena culturale con una mutazione continua dei contenuti originali, mantenendo comunque un lascito universalmente riconoscibile. Questo processo diventa ancora più sofisticato quando i memi si riferiscono implicitamente ad altri memi, nella maniera che Shifman definisce come “intertestualità” e formando un “discorso pubblico socialmente costruito” . Ecco perché l’analisi dei memi politici è particolarmente rilevante, mantenendo, come nel resto del libro, un tono ironico che sembra un ponte concettuale perfetto tra discorso accademico e questo estremamente popolare argomento culturale.