Lingouf – Terre De Pierres

Lingouf

CD- Ant-Zen
Il risuonare in principio assai minimale di un orologio, il suo ticchettio frammisto ad assai tenui rumori ambientali – fondamentalmente cinguettii – s’infarcisce man mano di più registrazioni sovrapposte e di elementi che progressivamente rivelano una matrice anche melodica e ritmica, giocata ancora sulla fascinazione del tempo, sulle sue scansioni e orchestrazioni sibilline. È un potpourri d’elettronica analogica, strumenti acustici e field recording a farla da padrone in questo album di Vincent Lingouf per Ant-Zen, artista a tutto tondo e non convenzionale, che passa dal fumetto alla musica, avvezzo ai cambi stilistici repentini, trasmigrando senza remore dalle composizioni classiche al breakcore, generi dei quali però rimangono larvate influenze, in una più astratta e comunque musicale partitura, non lontana da certe sperimentazioni elettroacustiche. Il transalpino – originario della Bassa Normadia – sposa una un’apparente naïveté strutturale, annettendo solo funzionalmente alla sua vena poetica le registrazioni di una fisarmonica, dell’acqua, dei bicchieri di cristallo riempiti, aggiungendo poi enfatici e melodiosissimi loop ottenuti da un organo Bontempi, insieme a rumori metallici e alla propria stessa voce. In Terre De Pierres si riescono ad integrare bene atmosfere orecchiabili, ritmi sghembi, sonorità strumentali e maggiormente sintetiche consonanze. Quello che è evidente è il piacere del fare musica in una maniera molto libera, senza seguire particolari tendenze e astrazioni, seppure anche questa è una scelta precisa, un ancor più trasversale concettualismo ed affermazione stilistica: nulla in questi ambiti si produce mai solo per spontaneità e semplice impulso.