Kid Koala – 12 Bit Blues

Kid Koala

CD – Ninja Tune
Se l’artefice delle eclettiche cesure si chiama Kid Koala può succedere che un album d’obliquo blues dalle contaminazioni abstract hip-hop assuma connotazioni maggiormente sperimentali e seducenti per un certo pubblico di nicchia, abituato a dissonanze, manipolazioni ed esercizi di stile altrettanto estremi. Il dj e turntablist d’origine canadese è ben noto per il suo approccio piuttosto radicale e speculativo, essendo stato fra i primi a sperimentare nuove tecniche di scratching che gli permettessero di suonare il giradischi come uno strumento melodico. Non è certamente fuori dalle sue corde – allora – che adesso si applichi all’evoluzione del blues nelle specifiche emanazioni gergali delle sue principali correnti, antesignane del jazz e della cultura di strada rap e graffitista. È il “beat”, la battuta – dodici quelle canoniche nel blues – che si coniuga con il “bit”, l’unità di misura d’informazione, riferimento immancabile di qualsiasi produzione contemporanea che nei suoi percorsi abbia a che fare con un computer. L’operazione infine è condotta in maniera puntuale e anche giocosa: dal digipack è possibile ricavare una piccola macchina sonora in cartone, che è possibile montare e utilizzare per far risuonare il flexy disc incluso nella confezione. Non da meno – a rafforzare il fascino “vintage” dell’uscita – c’è l’utilizzo esclusivo di una vecchia E-mu SP-1200, una classica drum machine buona anche per campionare, un reperto dei tardi anni ottanta, con il quale Kid Koala riesce a far tutto, senza aver bisogno d’alcun software. Le schiere dei b-boyz gongoleranno certo per cotanta old skool e i versanti dei fan “experimental” ammiccheranno compiaciuti.