Frans Evers – The Academy of The Senses: Synesthetics in Science, Art and Education

Frans Evers

ArtScience Interfaculty Press – [book] ISBN: 978-94-6190-819-3, 300 pages, 2012, English
Lo studio della percezione cross-modale, o sinestesia, è un argomento di ricerca che ha trovato un interesse rinnovato anche grazie allo svilupparsi della sperimentazione audiovisiva e alla convergenza dei media tradizionali nell’era digitale. Mentre ci sono state diverse pubblicazioni recenti sull’argomento, questo libro offre un’analisi ben strutturata e allo stesso tempo molto personale di un viaggio di scoperta che ha portato Frans Evers ad accumulare oltre trenta anni di esperienza spingendo avanti metodologie innovative per la ricerca tra i confini delle discipline istituzionali. Il libro è il prodotto di un progetto ambizioso completato solo in parte e pubblicato postumo grazie al lavoro editoriale di Vincent W. J. van Gerven Oei, Eric Parren e Joost Rekveld. La prima sezione del libro raccoglie frammenti provenienti dalla letteratura scientifica sulla sinestesia, iniziando dagli studi di Sachs sulla ‘Auditio Colorata’ risalenti all’inizio del diciannovesimo secolo e proseguendo con le ricerche di Hornbostel, Marks e Cytowic. La seconda sezione presenta un ampio catalogo di esperimenti sinestetici nel campo delle arti. L’evoluzione della ‘musica visiva’ è documentata a partire dal clavicembalo oculare di Louis-Bertrand Castel fino ai film di Oskar Fischinger. Una visione allargata che copre l’integrazione delle discipline artistiche nel teatro, la performance e gli ambienti multimediali invece viene percorsa partendo dall’opera d’arte totale di Wagner e terminando con gli Happenings di Allan Kaprow. La terza sezione si occupa del rapporto tra insegnamento, avanguardia e accademia. Prendendo come riferimento le esperienze condotte nella scuola del Bauhaus e presso il Black Mountain College, Frans Evers fornisce un rapporto dettagliato sulla fondazione dell’Interfacoltà ArtScience a L’Aia e sui primi anni di attività didattica del dipartimento, allora noto come “Image and Sound”, testimoniando un metodo di insegnamento basato su curricula aperti e produzioni collettive in grande scala. Nel complesso ciò che emerge è un’attrazione profonda per gli approcci radicali alla ricerca artistica che pongono obbiettivi ben oltre l’orizzonte del presente. Un’arsenale di esperimenti visionari, i cui limiti e fallimenti sono resi spesso espliciti, diventa la base per una mitologia della frontiera capace di ispirare e di incitare altri ricercatori a proseguire il lavoro intrapreso. Il libro di Evers è una risorsa preziosa per gli artisti e i ricercatori interessati ai confini tra musica e arti visive, all’intersezione tra arte e scienza e all’applicazione nella didattica di metodi di ispirazione avanguardista, che troveranno qui molte indicazioni utili verso territori meritevoli di ulteriori approfondimenti.

Matteo Marangoni