Eduardo Navas – Remix Theory: The Aesthetics of Sampling

Eduardo Navas

Springer Vienna Architecture, ISBN: 9783709112625, 230 pages, 2012, English
L’atto del remixing, innestato dalle possibilità tecniche del campionamento, congenite alla definizione strutturale delle tecnologie digitali, ha un’importanza seminale davvero contemporanea. Nonostante l’utilizzo onnipresente, del concetto, ci sono pochissimi libri – tuttavia – che esplorano a fondo questo paradigma, al di là delle sue applicazioni alla composizione musicale e/o alle conseguenze relative alle problematiche inerenti il copyright. In tal maniera, basandosi sulle ricerche sociologiche ed economiche di Lawrence Lessig, in questo testo si fissa con ricerche approfondite e una teoria coerente la pratica del remixing nelle sue radici storiche e processuali. Quella de remix, come la definisce Navas, è “una cultura colla” che risale all’inizio della riproduzione meccanica di fotografie e fonografi, le cui evoluzioni sono spiegate tramite un diagramma chiaro (usato anche nei successivi capitoli con vari elementi, mantenendo una costante analisi visiva). L’analisi prende forme diverse – considerando le forme d’onda audio e gli spettrogrammi, nonché la filosofia, per esempio – ed esplora l’uso del campionamento e del remixing in musica, ragionevolmente a partire dalle pratiche fondamentali del reggae e del dub (includendo il “versioning”) in quanto ispirate forme della creazione. L’autore passa poi ad analizzare come i software, i blog e l’industria culturale in genere utilizzino i remix, prima definendo il concetto di mashup e poi terminando con un capitolo sull’arte (online) e l’autorialità. La cultura del “taglia/copia e incolla” emerge come un paradigma che segna a fondo la contemporaneità (completamente ovvio per i nativi digitali) e il concetto di “ripetizione attraverso la differenza” è percepito come un modello stabile della creazione umana.