Stephen Cornford – Binatone Galaxy

 Stephen Cornford

CD – Senufo
Nelle forme abbastanza astratte ed iterate di un’installazione per lettori di cassette usati, non certo casualmente disposti su una parete bianca, seppure differenti per fogge e modelli, Stephen Cornford in “Binatone Galaxy” predispone un sistema di dispositivi di riproduzione potenzialmente in grado di detournare la loro primigenia funzionalità. Sostituendo il contenuto di ogni cassetta con un microfono si ha la possibilità di ascoltare in presa diretta la risonanza delle parti meccaniche, l’interagire degli involucri plasticosi, riportando al centro dell’attenzione l’apparecchio in sé, prescindendo dal suo consueto utilizzo e dall’aura che era soltanto indotta dai contenuti delle originarie emissioni. L’effetto straniante è consistente, unito a una certa melanconia e ad una intrinseca “fatica” nell’azione – ricordate quanto esitante era quella tecnologia? ricordate come per riavvolgere il nastro debordato dalle cassette si utilizzasse normalmente una matita? – memorie della prima epoca della storia nella quale la trasportabilità di un’apparecchio di diffusione diventava improvvisamente un’esigenza collettiva. È il frutto di ricordi oramai vintage, sensibili d’intimità audio-compiacenti, rimestare con simili apparati – e poco importa che la resa “formale” sia piuttosto monocorde – lasciata alla sensibilità dei microfoni, alle minime crepe del continuum auditivo, all’andare fuori sincrono delle rispettive timbriche e all’intensità dei ticchettii. Insistenze pulsanti – con la forza di strumenti oramai senza più funzione riportati a nuova vita – che spingono, fra tempi e variazione di volume costanti: pura poesia in guisa concettuale ma ancora emozionante.