Richard Garet – Areal

Richard Garet

CD – 23five
Richard Garet è uno sperimentatore sensibilmente avvezzo a performance audio/visual, alquanto attento nell’analisi degli spazi e dei processi che intercorrono nella determinazione dei fenomeni generati. Tipico del suo approccio è che media differenti vengano spesso intrecciati, evolvendo in spazi intimi, determinando fievoli accadimenti, modificando i processi di percezione e cognizione. Anche in Areal, la sensazione è quella che il silenzio – o meglio – quello che resta d’un vuoto che non è mai assoluto, sia invertito in una sorta d’elaborazione subliminale, diventando una presenza attiva, un’interferenza continua modulata da disturbi elettromagnetici ottenuti per mezzo di una radio. Utilizzando controllate tecniche – di natura elettrica e sonora – Garet organizzata in maniera meticolosa una nuova realtà acustica, fra feedback, crepitii, risonanze e impalpabili risucchi auditivi, ricomponendo droni e dubbie provenienze armoniche, sovrapponendo texture e pattern statici. Il set-up preparato da Garret è composto anche da svariati “oggetti eccitatori”, che vengono utilizzati in uno spazio di lavoro accuratamente circoscritto. Non c’è traccia tuttavia – nelle manipolazioni che il sound-designer compie – di risolutezza virtuosistica. Non c’è modo insomma per cui il processo possa essere trasceso: l’attenzione non sembra focalizzata sull’esecuzione, “l’autore” è solo un mezzo di canalizzazione flebile di forze altrimenti contraddittorie e inascoltate. L’inflessione reciproca tra segnali spuri, quello che poi è agito in ulteriori modulazioni e infine registrato non sempre è chiara, questo – tuttavia – non fa perdere in coerenza il progetto, ammantandolo anzi d’un fascino aleatorio e immanente.