Timothy C. Campbell – Improper Life: Technology and Biopolitics from Heidegger to Agamben

Timothy C. Campbell Improper Life: Technology and Biopolitics from Heidegger to Agamben

Univ Of Minnesota Press, ISBN: 9780816674657, 232 pages, English, 2011
In “Improper Life” Campbell sviluppa il suo provocatorio pensiero in una scrittura filosofica sul contrasto tra la biopolitica e la sua attuale degenerazione, che egli definisce “tanatopolitica” (politica ossessionata dalla morte.) L’autore esamina le istanze di questa idea nel lavoro di recenti famosi filosofi come Agamben, Esposito e Sloterdijk, soffermandosi soprattutto sul concetto di “apparato”, così come analizzato da Heidegger e la sua emblematica teoria della “scrittura impropria”. La critica heideggeriana alla tecnologia formalizzata, per esempio, è al primo piano nella discussione su dattilografia vs scrittura a mano, dove Campbell afferma che i mezzi meccanici per l’iscrizione e la comunicazione sono tra “le ragioni principali della crescente distruzione della parola.” La tipizzazione delle parole (che facciamo tutto il tempo, con la produzione di testi tramite macchine digitali) è vista come “conservazione”, ma in realtà corrompe il vero atto della scrittura. Agamben rafforza questa posizione, affermando che la tecnologia de-soggettivizza le persone, rendendole inerti. L’autore si concentra sull’uso di “techne”, per la formazione del “bios”, spingendo per una biopolitica positiva, ma non ciecamente. Egli respinge il giudizio positivo di Sloterdijk relativo alla bioingegneria (che lui chiama “anthropotechnical techniques”), stimandola invece come un prodotto pericoloso del mercato. Al contrario, egli sostiene la posizione di Foucault in cui la “techne” apre verso il relazionale, essendo in grado di contrastare lo smantellamento della comunità a causa della pervasività delle tecnologie di comunicazione. Il libro è un saggio ben argomentato, che vivacizza il dibattito filosofico sulla biopolitica in maniera sensibile e aggiornata.