Wendy Hui Kyong Chun, Programmed Visions: Software and Memory

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Wendy Hui Kyong Chun

The MIT Press, ISBN: 978-0262015424, 256 pages, 2011, English
La programmabilità come ideologia. Wendy Kyong Hui Chun discute in modo originale come l’inevitabilità della computazione in rete nella nostra società ha permeato i suoi stessi principi di funzionamento e le strutture sociali e le potenziali conseguenze della natura effimera del software. In più, “l’ambiguità e la specificità” del software lo rendono una “cosa” particolare proprio per le relazione che causa, e quindi ciò che l’autore definisce come “cicli di obsolescenza e di rinnovo” e l’alternanza degli esagerati boom economici guidati dalle tecnologie e la loro drammatica caduta. Il software quindi è profondamente caratterizzato da una forte ambiguità che può essere sintetizzata nella sua natura allo stesso tempo leggibile e imperscrutabile: il codice può essere letto, ma che cosa fa esattamente un computer in un dato momento è troppo complesso da capire. L’autore compone domande provocatorie a tale riguardo come “cosa sarebbe un quadro simile ad Internet?». Il libro risulta come una delle analisi più innovative negli studi del software, e si occupa di diverse questioni cruciali. E’ illuminante leggere che la “coalescenza del visibile con l’invisibile rende l’interazione uomo-macchina così attraente” o che “le interfacce sembrano concretizzare il nostro rapporto con invisibili (o appena visibili) sottostrutture”. La potenza intrinseca e l’estensione sorprendente del software è espressa poeticamente tra parallelismi provocatori. L’effetto di ‘Programmed Vision’ è quello di prendere il software dal suo interno, facendo esplodere tutte le sue conseguenze in una miriade di direzioni strategiche sociali e culturali.