The Composites, letteratura e software di riconoscimento per le forze dell’ordine

The Composites

The Composites apre un nuovo spazio tra linguaggio e software, sfruttando alcuni dei capolavori della narrativa letteraria (in termini di nomi dei personaggi e descrizioni dell’aspetto fisico – come fossero foto segnaletiche) e mettendole in un programma di analisi di identikit di quelli utilizzati dalle forze dell’ordine. Online da metà febbraio 2012, il progetto è già un ‘cult’. Gli utenti del sito sono prodighi di idee e suggerimenti; (‘Molti lettori credevano che Ignazio pesasse molto più dell’originale’; vedi ‘Ignatius O’Reilly’, in ‘A Confederacy of Dunces’ di John Kennedy Toole). In ‘Beyond Good and Evil’ Nietzsche descrive come il desiderio cresce quando si è a digiuno e forse il creatore di Composites sta cercando di incoraggiare l’apprezzamento della buona letteratura, mostrando a noi quello che il software realizzato per la scienza forense fa delle colorite descrizioni di personalità – per esempio smussando tutte le espressioni, e annichilendo ogni carattere in un nero ombroso e candore. Uno dei primi positivisti scientifici, Francis Galton, fondatore dell’eugenetica, disse: “Un ritratto composito rappresenta l’immagine che si erge dinanzi agli occhi della mente, di una mente che ha il dono della fantasia pittorica ad un livello elevato. Ma il potere immaginativo, anche del più eccelso artista è ben lungi dall’essere preciso, ed è quindi portato ad essere di parte ….. il merito della composizione fotografica è la sua meccanica di precisione, il suo non essere soggetto a nessun errore “. Ora, in un’epoca di tecniche di imaging neuro-biologiche abbiamo bisogno di ridefinire questi termini. Davis ha sottolineato in un’intervista che ‘la combinazione di un software come quelli usati dalle forze dell’ordine con la letteratura è uno spaccato di una situazione reale, della dichiarazione del diritto di uno spazio in un momento in cui la letteratura sta vivendo una crisi ontologica’. Non si può fare a meno di chiedersi: cosa ne penserebbe Madame Bovary?
Bronac Ferran