Hyper(reality), filtrare e “renderizzare” il mondo fisico

Hyper(reality)

Forse molti di noi sono diventati insensibili o intenzio- nalmente poco attenti al tema dell’iper-realtà. Mentre ci sono altri che si dedicano ad essa nella speranza di una migliore comprensione della nostra realtà fisica. Il progetto Hyper(reality) di Maxence Parache utilizza un casco dotato di occhiali video ad alta definizione, un guanto Arduino con sensori di forza che controllano la vista 3D, ed una cintura per una fotocamera Kinect allo scopo di fornire una “esperienza digitale, immergendo l’utente in una versione alternativa della realtà vista attraverso il casco”. In questo stato [di coscienza] temporaneamente simulato e creato da informazioni digitali, il mondo fisico viene filtrato e reso come una iper-realtà, mentre l’utente deve interfacciarsi con il mondo fisico reale in cui è, in piedi, seduto o a riposo. Infatti, la iper-realtà che Parache ha sviluppato è fatta di rapporti differenziali spaziali e sensitivi [dovuti in gran parte al guanto Arduino], ma fino a che punto l’utente sia coinvolto in questa iper-realtà visualizzata all’interno del casco dipende in larga misura da quanto egli si riesca staccare dal realtà fisica. L’utente si colloca in questo spazio interstiziale, dove i segni e le dimensioni spaziali si sovrappongono. Ogni stato esperienziale – quello fisico e quello delle immagini renderizzate nella vista 3D, permette ad ogni stato di percezione di sviluppare e attivare le proprie regole contemporaneamente nuove modalità di interazione. Il progetto Hyper(reality) di Parache è anche una proposta più chiaramente articolata per altre applicazioni che lavorano con i modelli esperienziali non solo per comprendere meglio la realtà, la coscienza e la percezione, ma anche per sviluppare il loro potenziale per un lavoro sulla partecipazione, l’istruzione così come l’abilità e lo sviluppo sensoriale. Grazie alla piattaforma con codice modificabile progettata da Parache, le applicazioni future sono attese.
Vicente Gutierrez