20 hz, tempesta magnetica estetica

Semiconductor

La capacità di rendere il magnetismo terrestre percepibile è stata sviluppata originariamente per facilitare la navigazione marittima. Dovendo fare affidamento sulla bussola, i marinai sono stati consapevoli dell’instabilità del campo magnetico terrestre per secoli, soprattutto nelle alte latitudini. Ruth Jarman e Joe Gerhardt di Semiconductor hanno recentemente completato 20 HZ un lavoro audiovisivo che offre una suggestiva rappresentazione di una tempesta magnetica nelle sfere più esterne dell’atmosfera terrestre. La tempesta è stata registrata dai magnetometri del network CARISMA, una rete composta da oltre due dozzine di stazioni di rilevamento distribuite in tutto il territorio canadese. Inizialmente i due artisti hanno sonificato i dati ottenuti dall’osservatorio, producendo frequenze che sono riconoscibili come emissioni radiofoniche naturali. Cluster tuonanti e glissandi che precipitano in un fondale di rumore atmosferico puntinista traducono acusticamente l’impatto dei venti solari sul campo magnetico terrestre. Questa materia sonora è stata quindi visualizzata attraverso la classica analogia delle onde che si espandono sulla superfice dell’acqua, con la differenza che qui i profili corrugati e discontinui delle onde ne rivelano la natura elettromagnetica.
Se attraverso una bussola si ottengono informazioni sull’orientamento di un campo magnetico in un singolo punto nello spazio, similmente attraverso l’udito viene percepita solamente la pressione sonora nel punto dello spazio dove si trova il timpano. Visualizzando i dati raccolti dal network CARISMA, Semiconductor ci presentano invece con una vista panoramica dei campi magnetici. Herman Helmholtz scrisse nel suo monumentale trattato di acustica: “L’occhio ha un grande vantaggio sull’orecchio nell’essere in grado di osservare simultaneamente una superfice di vasta estensione”. L’estensione dei fenomeni che sono resi percepibili in questo caso supera varie volte il raggio terrestre. Ma non è il rigore scientifico che distingue il lavoro dei due artisti britannici. Esplorando il dominio della scienza da una prospettiva esterna, essi adottano con molta disinvoltura un approccio poetico che li mantiene autonomi da qualsiasi forma di scientismo.
Matteo Marangoni