Gator Bait Ten – Harvester

Gator-Bait-Ten---Harvester

CD – Ohm Resistence

Un suono alquanto umbratile, lunatico, caratterizzato da cadenze lente e influenze post-rock, così nei solchi di “Harvester” a firma Gator Bait Ten, i componenti della band, M. Gregor Filip, Simon J. Smerdon, Submerged e Ted Parson, imprimono particolarissime atmosfere, melanconiche ma fascinose, esplorando differenti tecniche chitarristiche, facendo ricorso a tutta la sapienza possibile nell’evolvere tessurale delle trame, mantenute comunque dense e bassose nei ghirigori, in sequenze ultra-deformate e gravide d’impulsi cavernosi. Sono paesaggi inabitabili e desolati quelli suggeriti dalla title track, insistita nelle iterazioni e nella struggente inadeguatezza per una comunicazione esplicita, seppure anche nelle restanti otto tracce gli umori non indulgano certo in troppo confortevoli intrecci. Nenie contorte, melodie ripetute in pattern disadorni ma anche passaggi altamente suggestivi, tagli millimetrici, insieme a progressive venature, dispiegate nel cadenzato incedere dei passaggi e nelle ambientazioni sofferenti, che evocano inviluppi alquanto drammatici e decadenti, riportando in qualche modo anche agli stilemi dello shoegaze e del doom, sottogeneri rispettivamente di rock e metal. Sarebbe più naturale che una recensione di questo genere comparisse su d’un magazine specializzato in cultura rock ma anche a noi fa piacere segnalarvi questo album perché tra i solchi comunque serpeggia l’attitudine a una sovrapposizione di pratiche e stilemi, l’audioabuso tipico dello sperimentalismo elettronico più estremo e radicaleggiante. Alla fine si scopre di non essere poi troppo lontani.