Frank Rothkamm – Reno

Frank-Rothkamm---Reno

CD – Flux

Ricordavamo Frank Rothkamm per il suo “estro multiforme, privo di pregiudizi e barriere di genere”, per una sorta di muzak ibridata capace di mettere in relazione “tradizione classica e cultura rock, intrecciando anche tensioni computer music, cut-upping ed improvvisazione free form”. Il Rothkamm che ritroviamo oggi, abbandona però definitivamente la strumentazione da field-recording, i blip e le intricate stratificazioni, per immergersi in toto nella cultura clubbing statunitense. Di base nel Nevada ma non lontano dalla vicina California, è nella città di Reno, dove la combinazione divertimento-natura è portentosa, che Rothkamm come una crisalide vive un passaggio alquanto impegnativo, che lo porta da sound-artist e manipolatore raffinato a novello clubber, ancor concettuoso ma disinibito – questo è certo – abile nell’incedere (e chi lo avrebbe mai detto) in sequenze house e tenuemente jazzy, ora più ritmiche e intricate, simil-fratturate e dub. Costruzioni solo apparentemente complesse, in realtà duttili e ammiccanti, intrise di suoni raffinati e avvolgenti, permeati da atmosfere assai urbane e power-lounge. A poco serve sforzarsi nelle elucubrazioni, andando alla ricerca d’improbabili concettualismi, semmai notando che il suono è volutamente vintage, composto come negli anni ’90, eseguito in maniera scientificamente démodé utilizzando un “Atari ST e Cubase collegato ad un array di annata” (ma quando mai). Personalmente preferisco la semplice idea che un artista sia libero di tradire i suoi stessi percorsi, senza dover necessariamente “spiegare” una singola operazione, salvo poi ritornare su altre e più congeniali strade.