Fabio Selvafiorita / Valerio Tricoli – Death By Water

Fabio Selvafiorita

CD – Die Schachtel
Non è certo ininfluente per “Death By Water” l’essere stato registrato nell’isolotto della Giudecca a Venezia, seppure le trame distillate rifulgono assai astratte e sintetiche, viaggio immaginifico tra field recording, effetti e pattern multi-sfaccettati, efficacemente dipanati da Fabio Selvafiorita e Valerio Tricoli, sperimentatori non nuovi nell’intrecciare suggestioni digitali di varia natura e struttura semantica. Cose, eventi, attribuzioni e nessi – nell’avvicinarci alla comprensione d’un opera – sempre imprimono le loro manifestazioni, pur differendo spesso all’interno degli ambiti di ricerca in quelle che sono le connessioni grammaticali vere e proprie: la natura e la qualità dei suoni – nel nostro caso – qui particolarmente evocative, seriali, rarefatte e allo stesso tempo assai descrittive, frutto di un’attitudine anche narrativa, poetica e sensibile. Sono in gran parte frequenze sorde, enigmatici segnali sonori, echi ed emergenze auditive di liquida qualità, l’oggetto delle catture del duo, registrazioni poi manipolate in studio e alla quale sono aggiunte oscure trame vocali, accavallando fluidità e trasalimenti, evocando lirismi improvvisativi, tecnicismi di post-produzione e raffinatezze acusmatiche. Alternanze, risucchi, folate di suoni e ambivalenti stati d’animo attraversano le evoluzioni di “Death By Water”, dove nel titolo è evidente la citazione all’omonima opera eliottiana, un autore altrettanto a suo agio con le “terre desolate” e aliene, ermetico e meditabondo. Un guadagno e una perdita nell’evocazione dei versi di “The Waste Land” che orgogliosamente si rifrangono in sussurri, intense evoluzioni e ricadute: l’acqua purifica dai peccati ma al tempo stesso può essere artefice di una morte lenta e dolorosa.