Vivo arte.mov 2010- Report da Belem

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arte.mov è il maggiore festival brasiliano di arte e nuovi media degli ultimi anni. Le sue tematiche sono particolarmente focalizzate sulla mobilità, in parte perché è finanziato da Vivo, il più grande fornitore di servizi di telefonia mobile in Sud America. Nel 2010 si è svolto in cinque città diverse: Belem, Salvador, Belo Horizonte, Porto Alegre e San Paolo. E’ stata la prima volta che la città Belem è stata coinvolta, nonostante sia la più grande città del nord del paese (con i suoi due milioni di abitanti). Essere a Belem significa trovarsi in una metropoli ma completamente immersi ed influenzati dalla Foresta Amazzonica. La foresta è proprio lì, dall’altra parte dell’immenso fiume Guama che circonda totalmente la città. I suoi prodotti e la sua cultura sono onnipresenti, fusi con le tecnologie che variano da quelle più commerciali a quelle totalmente Do-It-Yourself. Ha senso un Festival di new media art in un territorio come questo? In realtà se ben progettato può essere molto significativo. Il festival è stato seguito da vicino da Lucas Bambozzi, responsabile generale della programmazione dell’intera manifestazione, ed è stato coordinato a livello locale a Belem da Giseli Vasconcelos. Il format è stato strutturato in modo simile ad altri importanti festival, con presentazioni, dibattiti, proiezioni, mostre e laboratori, anche se mai l’evento ha perso il senso della sua specifica location. La più simbolica delle produzioni è stata creata attraverso una stretta collaborazione con la comunità locale delle “Bicicletas sonoras” (biciclette sonore). Queste sono dei veri e propri sound system ma montati su biciclette la cui struttura è stata appositamente modificata per trasportare pesanti casse, mixer, microfoni e eventualmente CD e DVD player , il tutto utilizzando batterie da auto per l’approvvigionamento energetico. I proprietari di queste bici lavorano come promoter audio di strada, pedalando in sella alla bici per le strade affollate, e vengono incaricati di trasmettere messaggi audio di ogni tipo, da musiche per organizzatori di party, a pubblicità per aziende e propagande politiche. Per essere più attraente ogni bici sonora è fortemente personalizzata, in colore, struttura e attrezzatura. L’artista francese Tal Isaac Hadad ha trascorso più di una settimana con questa (per lo più giovane) comunità facendo seminari aperti al pubblico e, infine, realizzando una strepitosa performance in città, combinando insieme suoni campionati, mixati e mappati durante il workshop, e quindi in qualche restituendo alla città i suoi suoni attraverso un campione dei suoi abitanti più attivi. Il Fòrum Landi, dove ha avuto inizio la performance, ha ospitato anche altre due interessanti opere. “Ouvidoria” di Lourival Cuquinha consiste nell’installazione di vari telefoni pubblici in una piazza popolare della città vecchia: Praça do Carmo. I telefoni sono stati collegati ad internet attraverso cavi Ethernet cablati tra gli enormi alberi di mango della piazza e le strutture del Landi Forum. Poi sono state offerte gratuitamente chiamate VOIP in tutto il mondo, ma in piazza c’erano solo vaghi inviti per passanti ad utilizzare questi “telefoni pubblici”. La gente ha cominciato ad usarli, chiamando felicemente chiunque si trovasse in qualsiasi parte del globo, ignari dell’altra parte dell’impianto ospitata all’interno del Forum. Qui, completamente immersi nel buio, gli spettatori potevano vedere le luci pulsanti delle attrezzature necessarie a sostegno delle chiamate e anche ascoltare dei campioni sparsi e ritardati dalle chiamate stesse.
L’altra opera ospitata in questa location è stata “Agua” di Valzeli Sampaio. Una lunga proiezione del fiume lungo tutto il pavimento reagiva alla luce proveniente da lampade utili a vedere sottacqua nel buio. La loro tipica luce rossa è tracciata al fine di mostrare il contenuto subacqueo (tramite un’altra proiezione), senza ritardi e con un’interazione molto veloce.
In tutte le conferenze e presentazioni la cultura della foresta ammazzonica è stata prominente. Anche se è diventata un’icona mondiale per il movimento ambientalista, l’Amazzonia è diversa da come di solito è rappresentata. Il professor Orlando Maneschy ha parlato dell’immaginario collettivo del Rio delle Amazzoni, a partire da Albert Frisch, che fu il primo a ritoccare le immagini degli abitanti della foresta per l’Esposizione Universale di Parigi nel 1878. La foresta Amazzonica può essere vista come la “sintesi del sublime e monotono”, ma può anche come un “ambiente immersivo”. Il popolare film Avatar ha sollevato molti problemi su questo argomento, utilizzando una strategia di comunicazione molto più forte del forum di Copenaghen. Valzeli Sampaio e Jarbas Jacome hanno descritto il progetto di residenza Agua, durante il quale una barca connessa ad Internet ha navigato per i fiumi dell’Amazzonia, nello stato di Para e ha stabilito LAN temporanee per le popolazioni locali. E’ importante ricordare che Greenpeace sta fornando ad alcune popolazioni indigene dei GPS tracker per controllare la dimensione delle culture di soia (il motivo principale della deforestazione), utilizzando questi dispositivi come pistole metaforiche. Le mappe collaborative sono state acquistate dal governo.
Altre conferenze hanno descritto diversi punti di vista sulle tecnologie e la mobilità. Lala Dehenzelin, del movimento CrieFuturos, ha parlato del cosiddetto retro-futuro, cioè di come le attuali tecnologie sono state immaginate in passato, mentre Cicero Silva ha descritto Transborder Immigrant Tool strumento messo a punto con Ricardo Dominguez. Marcos Bastos ha parlato dell’ affascinante parallelismo tra la circolazione del sangue, la circolazione sociale degli animali, la circolazione del denaro e la mobilità delle persone. Poi, dopo un workshop di Cristiano Rosa sul Circuit Bending è stao il momento di un altro progetto di successo chiamato “Fotonovela” di Borges e Fabiane Nacho Duran. Questo ha coinvolto i ragazzi coinvolti che vivono nella città vecchia e nei dintorni del ristrutturato Forum Landi, permettendo di sperimentare la costruzione di un classico romantico fotoromanzo, giocando molto con la narrazione, l’identità e i pregiudizi sociali. Il risultato è stato molto ben realizzata e popolare, generando il tipo di feedback da parte delle famiglie che abitano lì che qualsiasi laboratorio dello stesso tipo vorrebbe generare. Infine, un’altra performance (“Fut Mov – Hapax”) ha avuto come punto di partenza un’altra icona del Brasile: il calcio. Nel (rudimentale) campo di calcio pubblico in Praça da Bandeira hanno giocato due squadre (aperte alla partecipazione pubblica). Ognuno dei giocatori indossava un iPhone collegato ad un server locale che eseguiva un software in grado di rilevare la posizione GPS di ogni giocatore, generando conseguenti variazioni ad una composizione di musica elettronica. In tal modo uno stile più virtuosistico del gioco del calcio (in particolare di quello dei ragazzi che hanno spontaneamente aderito) ha generato variazioni alla bella colonna sonora ambient riprodotta dai grandi altoparlanti intorno al campo. In un paese che è in pieno boom economico dopo gli anni di Lula (durante i quali la popolazione più povera è stata sostenuta attivamente con soldi veri, con il rafforzamento della presenza dello Stato), e che è sempre culturalmente effervescente, un festival come questo è fondamentale per l’ulteriore apertura delle sue produzioni locali ad esperienze del resto del mondo, creando uno scambio collaborativo e proficuo che potrebbero essere capitalizzato per un ulteriore sviluppo locale.