SoLu, corrispondenze tra suoni e spettro visivo

André Rangel

L’associazione di musica e colore come concetto può essere fatta risalire al XVI secolo al pittore Arcimboldo, anche se l’esempio più citato è il più moderno “Sarabet”, una sorta di “organo a colori”, inventato nel 1918 dalla pianista Mary Hallock-Greenewalt. Tuttavia le corrispondenze obiettive tra colore e suono sono rare. “SoLu” di André Rangel è un’installazione che trasforma “la spaziatura esponenziale degli intervalli tra le frequenze fondamentali delle note comprese nella tastiera di un pianoforte” in “distanza lineare dalla lunghezze d’onda dello spettro visibile elettromagnetico”. Solu produce composizioni generate con algoritmi la cui linea melodica e i cui battiti al minuto possono essere controllati tramite un bastone. Rangel sottolinea il fatto che le persone con poche competenze musicali possono facilmente utilizzare questo “strumento”, ma sarebbe interessante per ulteriori ricerche, capire se questo è dovuto alla universalità dell’interfaccia o all’ipotesi che in questo modo percepiamo i due domini (audio e video) nel suo complesso in una sorta di sinestesia onnicomprensiva.