Automatypewriter, interazione narrativa semiotica

Automatypewriter

Automatype- writer è una macchina da scrivere che funziona in modo autonomo: i tasti si azionano, scrivendo sul foglio di carta retrostante senza bisogno di dita umane che li digitino. Inoltre la macchina è capace di rilevare ciò che viene scritto da un umano e di elaborare in vario modo risposte plausibili. Jonathan M. Guberman l’ha progettata e programmata come nuova interfaccia di gioco per vecchi adventure game come Zork, ovvero, vale la pena ricordarlo, quelli in cui l’interazione e le descrizioni d’ambiente erano costituiti esclusivamente da testi. I tasti di una classica macchina da scrivere sono collegati a dei solenoidi a loro volta collegati ad un computer tramite una breadboard programmabile in Arduino. Tramite degli script in Python e Rezrov un “interactive fiction interpreter” scritto in Perl, il testo di risposta viene trasformato in impulsi elettrici che “tirano giù” i tasti corrispondenti alle lettere necessarie a scrivere la risposta, venendo quindi automaticamente stampato su carta, come da un’antica “stampante”. L’aspetto vintage di questo oggetto tuttavia tradisce una funzionalità altamente innovativa. La macchina da scrivere è il simbolo del giornalismo e in generale della scrittura autoriale. Questa sua densità simbolica rende la sua trasformazione in interfaccia per un adventure testuale un’operazione rilevante a livello semiotico. In quanto utilizza lo strumento dell’autorialità per eccellenza (ossia ancora la macchina da scrivere), l’utente da semplice giocatore assume invece un ruolo di co-autore. Il livello d’interazione quindi raggiunge un grado molto elevato, simile a quello di una proto-intelligenza artificiale. E questo non solo grazie all’implementazione tecnologica e meccanica alla base dell’operazione, ma soprattutto per la limpida operazione concettuale su descritta.

Chiara Ciociola