Dyndy, no money economy

Dyndy

Che l’economia di capitale sia destinata a collassare ciclicamente su se stessa è un assunto. L’ultimissimo (disastroso) decennio ha contribuito alla nascita di una varietà di iniziative volte alla creazione di sistemi alternativi per lo scambio di “valori” non necessariamente monetari. Questi sistemi economici sono di vario tipo: possono proporre uno scambio basato su generi di risorse non monetarie (per esempio il Time Banking, che permette di barattare il proprio tempo impiegato a fare qualcosa di specifico con quello degli altri); possono essere dei network, di solito semichiusi, in cui la condivisione di un credito e l’agevolazione delle transazioni interne accelerano lo sviluppo territoriale o settoriale, come vere e proprie economie complementari.
Dyndy , il progetto di Jaromil e Marco Sachy, si propone come una piattaforma di scambio e dialogo su questi temi. In primo luogo per informare e responsabilizzare le comunità potenzialmente interessate. In seguito anche proponendosi come punto nevralgico di sviluppo di proposte teoriche e soluzioni pratiche per l’applicazione concreta di nuove economie. Il giovane progetto è stato lanciato a Novembre presso l’istituto De Balie ad Amsterdam, durante la conferenza “Economies of the Commons 2″. In questa occasione è stato presentato un modello chiamato C3 (Commercial Credit Circuits) e la sua possibile applicazione al contesto delle attuali problematiche situazioni finanziarie delle istituzioni culturali, in balia di finanziamenti pubblici spesso di lenta e problematica liquidazione. Attualmente il C3 è in realizzazione (pare con ottimi risultati) in Uruguay in un circuito di piccole e medie imprese. Nel caso delle istituzioni culturali si prevede l’utilizzo di speciali fatture “assicurate” (i “Culti”) come forma di pagamento interno possibile in un network precostituito di istituzioni aderenti all’iniziativa. Disponendo spesso di liquidità “in ritardo”, le istituzioni culturali potrebbero trasformarle in “Culti” e utilizzarle come forma di pagamento alternativo. Al momento troppo giovane per poterne già verificare l’efficacia, il progetto promette una concreta logica alternativa a quella del finanziamento statale, applicabile perfino alle istituzioni.

Chiara Ciociola