Outnumbered, foto in movimento

Outnumbered

L’artista belga Jasper Rigole ha dedicato la propria ricerca ai concetti di autenticità, obiettività, falsificazione e al peculiare ruolo che essi assumono in relazione ai processi di storicizzazione e, più in generale, alla memoria, individuale o collettiva che sia. Muovendosi in tale solco, nel 2005 ha dato inizio al progetto The International Institute for the Conservation, Archiving and Distribution of Other People’s Memories (IICADOM): una serie di film, documentari e installazioni nei quali riutilizza, attraverso tecniche piuttosto eterogenee, i materiali raccolti nel suo archivio in continua crescita di foto e filmati trovati in giro per mercatini delle pulci e negozi di usato. Un esempio emblematico del suo modo di lavorare è offerto dall’installazione audiovisiva OUTNUMBERED , nella quale dà vita a una narrazione che procede secondo il tipico andamento dei documentari scientifici: anche qui abbiamo un objet trouve, una vecchia fotografia di una scolaresca; inoltre Rigole ricorre all’espediente di impiegare la tecnica del pan and scan (un classico quando si utilizzano contemporaneamente immagini fisse e in movimento) per sincronizzare l’inquadramento del viso di ognuno degli studenti e la voce narrante che spiega chi sono tali soggetti (tutti apparentemente destinati a diventare personaggi famosi) e quale è la relazione che li lega l’un l’altro. La seconda parte del video rivela che, in realtà, ciò che abbiamo osservato è il prodotto di una macchina che fa scorrere una vecchia foto panoramica del 1936, avvicinandola o allontanandola rispetto ad un obiettivo. Si scopre inoltre che tutto il sistema, compresa la voce narrante, è regolato da un computer che attinge in maniera casuale da un database costituito da 888 biografie e che, per dar vita a una narrazione plausibile, il software creato dall’artista belga collega tra loro biografie che presentano metadata identificativi affini tra loro. Proprio tali somiglianze rendono credibile l’inganno architettato da Rigole e testimoniano della deriva mistificatrice insita nei tentativi di ridurre la storia ad una serie di aneddoti.

Vito Campanelli