Richard Chartier – A Field For Mixing

Richard Chartier

CD – Room40
Successivamente all’aver azionato il player, si sente nella stanza – luogo deputato all’ascolto – più la ventola del laptop e i rumori provenienti dalla strada, che non alcuna emissione dagli altoparlanti dell’impianto. Solo dopo quattro minuti, qualcosa s’inizia a percepire in sottofondo e un tappeto sonoro s’insinua dilatatissimo ed etereo. “A Field For Mixing” di Richard Chartier, indulge all’intransigenza microsound, apparentandosi al minimalismo più estremo e purista, quello che nel silenzio individua una essenziale condizione del suono. Tale ipotesi – da John Cage in poi – non è nuova ai percorsi anche della musica occidentale, tingendosi di connotazioni sperimentali, astratte e concettuali, dando vita a una vera e propria rivoluzione estetica, filosofica e linguistica. Oggi assume altri significati – naturalmente – sperimentare ancora il vuoto nella musica: ci costringe ad apparati “teorici” e “ambientazioni” che indulgono al “fuzzy”, ad insiemi maggiormente sfumati, non più contrapposti in una logica di pieni e di vuoti ma bilanciati, al contrario – come in questo caso – in un continuum di droni e forme auditive, ad arte rese metamorfiche, indistinte e neutrali.