Enphonic Graphomania, suono (visibile) della mania

Enphonic Graphomania

Nel primo Manifesto surrealista (1924) il Surrealismo è stato definito in termini di automatismo: “automatismo psichico puro, attraverso il quale si cerca di esprimere, verbalmente, per iscritto o in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero”. Una delle tecniche di disegno adottate per svelare l’inconscio è stata l’Entopic Graphomania: disegnati dei punti in corrispondenza di impurità o differenze di colore in un foglio di carta bianco, vengono disegnate le linee che uniscono tali punti. Nel suo ultimo lavoro, Enphonic Graphomania (EG), Patrick Harrop è stato ispirato da questa tecnica applicandola ad un quadro interattivo. EG è “un interfaccia interattiva per il disegno, sviluppata come un dispositivo per uno sviluppo co-strutturato tra disegno e suono attraverso l’azione gestuale e materiale delle tecniche di disegno tradizionale”. È possibile interagire con la lavagna EG con strumenti tradizionali: una matita, carta d’archivio e una gomma. L’esercizio consiste nel collegare 32 punti segnati da sensori sulla pagina con le linee di grafite. Le linee sono generati movimenti spontanei della mano. La grafite è un materiale conduttore, per cui più marcate sono le linee più alta è la tensione percepita dai sensori. Le variazioni sono interpretate attraverso algoritmi basati sulla modulazione delle onde e sono tradotti in suono. Come Harrop dice: “L’obiettivo è un brano interdipendente, che si evolve tramite l’azione di una mano esperta”. La parola ‘entoptic’ deriva da una parola greca che significa ‘all’interno della visione’. Si riferisce appunto alle immagini che nascono dall’interno del nostro sistema ottico, piuttosto che suggerite dal mondo esterno. Nel caso di EG l’automatismo rimane ancora nella visione, ma la traduzione intersemiotica viene effettuata tramite il gesto e rivelata da un suono unico. L’occhio vede i puntini, la mano disegna e il suono rivela il flusso di coscienza. Il risultato è il suono visivo della mania. 


Valentina Culatti