Nadia, la macchina fotografica che inferisce la bellezza

Nadia

All’inizio del ventesimo secolo Eastman introdusse la macchina fotografica Kodak N. 1 con l’accattivante slogan “Tu premi il pulsante. Noi facciamo il resto”, e rivoluzionò la fotografia fornendo al pubblico uno strumento di facile uso. Con Nadia, la macchina intelligente disegnata dall’artista Tedesco Andrew Kupresanin, sembra che questa intenzione venga spinta sino al paradosso. Gli utenti non devono nemmeno guardare lo scatto poiché Nadia non mostra l’inquadratura delle fotografie da fare. Lo schermo mostra solo una percentuale di valutazione della qualità estetica che influenza l’utente su quando e dove scattare. Per fare questo Nadia utilizza AQUINE, il primo motore d’inferenze estetica disponibile al pubblico che si suppone fornisca “valutazioni di foto intelligenti, imparziali e immediate”. Viene descritto come un sistema online basato sull’apprendimento della macchina per predizioni computeristiche sulla qualità estetica delle foto a colori. E’ un dato di fatto che il progresso porterà a sistemi capaci di pensare creativamente e inferire la bellezza. Ciò che Kupresanin mette in discussione e’ che effetto questo avrà sulle preferenze individuali e il nostro processo creativo. Stiamo diventando pigri conformisti? Nella sua più recente pubblicazione il team AQUINE afferma semplicemente: lasciamo da parte la soggettività per ora e consideriamo gli attributi estetici una misura di consenso dell’intera popolazione (Datta et al 2008). Perciò nonostante i ricercatori abbiano riconosciuto per tempo che la semantica gioca un ruolo importante, non hanno potuto includere la sua natura dinamica o le differenze profonde che esistono tra le percezioni di gruppi e individui diversi.
Ad essere del tutto onesti, per un team di ricerca, che una semantica complessa non possa essere la premessa dell’indagine ma il risultato di essa, e’ una strada obbligata. Tuttavia la manifestazione dell’estetica senza semantica presenta alcune delle caratteristiche dei programmi di commercio in borsa che giungono contemporaneamente agli stessi risultati e pertanto contribuiscono al collasso generale quando il sistema mostra una certa instabilità. Questo e’ cio’ che Kupresanin sta sottolineando e di cui e’ preoccupato: il dualismo tra la creatività e il conformismo e’ un rischio che la nostra società corre se rimaniamo attaccati alla superficie delle cose. Semantica, soggettività e contesto sono intrinseci alla creazione della bellezza.

Valentina Culatti