Barri J. Gold – ThermoPoetics: Energy in Victorian Literature and Science

Barri J. Gold

The MIT Press, ISBN-13: 978-0262013727, 2010, English, U.S.A.
C’è un legame invisibile tra il XIX secolo (che si identifica quasi interamente con l’età vittoriana), la scienza e l’innovazione tecnologica, e l’attuale età digitale, quasi due secoli dopo. Al di là del ritrovare nel passato gli antenati delle tecnologie (il telegrafo è considerato come “Internet vittoriano”) e delle sottoculture (come il movimento steampunk) che hanno prodotto un immaginario di macchine affascinanti e ambientazioni atipiche, probabilmente c’è una sorta di empatia tra questi due momenti storici, entrambi caratterizzati da uno stile di vita in improvvisa e rapida accelerazione e conseguente pericolo. ThermoPoetics è un libro incentrato su una specifica relazione: la tensione (in Gran Bretagna) tra scienza e letteratura, quando entrambe si trovano a dover affrontare importanti cambiamenti. La Fisica si è enormemente sviluppata a partire dalla nuova legge della termodinamica e dal conseguente impatto culturale: l’evento infatti è stato seguito da vicino da poeti e letterati, mentre alcuni scienziati hanno utilizzato il linguaggio creativo per parlare delle loro nuove scoperte. E ‘affascinante leggere la grande poesia scritta da Maxwell sulla forza, come anche la scoperta di “Bleak House”, un romanzo di Charles Dickens, in cui egli spesso si sofferma a descrivere macchinari vari. Altri famosi scrittori sono menzionati in questa scrupolosa ricerca: Alfred Tennyson, Herbert Spencer, Bram Stoker e Oscar Wilde, e i loro contributi sono veramente impressionanti. La letteratura scientifica e la scienza letteraria sono qui intrecciati in un modo che non è mai noioso, ma reciprocamente stimolante. Forse nel giro di un paio di secoli (o meno), un’altra sorprendente ricerca collegherà lo stile del blogging con il riscaldamento globale…