André Nusselder – Interface Fantasy: A Lacanian Cyborg Ontology

André Nusselder

The MIT Press, English, ISBN-13: 978-0262513005, U.S.A., 2009
Raramente gli psicologi sono stati efficaci nel comprendere il rapporto più intimo e profondo tra uomo e macchina. Alla fine degli anni novanta uno dei primi libri scientifici che ha indagato questo campo è stato: “La Psicologia di Internet” di Patricia Wallace. Questo libro cercava di analizzare le emergenze emotive nate dalla rete causate principalmente dal nuovo tipo di mediazione relazionale in tempo reale, basandosi sulle teorie di Freud, Jung e Addler. Ma in quel momento MUD e chat erano probabilmente i più estremi dei territori virtuali. Dieci anni dopo c’è un intero universo online, in forme sempre dinamiche e mutevoli, affollato di milioni di utenti. Pubblicato nella collana “Short Circuit”, a cura di Slavoj Žižek, questo libro è davvero particolare, incarnando uno spostamento concettuale adeguato agli attuali sviluppi della rete. La tesi centrale dell’autore è che “la funzione dello schermo del computer nel cyberspazio (inteso come spazio psicologico) – è come lo schermo che apre lo spazio della fantasia.” Il termine “fantasia” qui è inteso come nella teoria lacaniana: un’interfaccia tra il reale inaccessibile e il mondo immaginario che viviamo mentalmente. Quindi, se il cyberspazio (termine storico per definire lo spazio collegato al virtuale) è percepito come uno spazio “mentale”, la fantasia diventa lo strumento di mediazione universale per ogni minimo segmento di informazione condivisa, fino al caso emblematico dell’ “affective avatars”. È un libro evidentemente complesso, ma scorre senza intoppi, e offre a chi si occupa di teoria e filosofia, nuovi spunti intellettuali da cui partire per continuare ad analizzare la dimensione virtuale, in continua inarrestabile espansione.