Floppy Drive Reverb, riciclaggio di floppy disk come tape delays

Floppy Drive Reverb

La chip-designer (autodidatta) Jeri Ellsworth, nota per aver progettato un’emulazione del Commodore 64 all’interno di un singolo joystick, ha recentemente ideato una funzione per i vecchi floppy disk. Questo supporto di memorizzazione, pur essendo largamente disponibile, non ha ormai quasi nessun valore economico e sta per essere messo fuori mercato dai principali produttori. Anche se la ridotta capacità di memorizzazione li ha resi obsoleti in un mondo digitale in evoluzione costante, questi supporti potrebbero presto diventare un elemento importante tra gli strumenti dei musicisti elettronici. Jeri Ellsworth ha scoperto che immettendo un segnale audio su un floppy disk, è possibile registrare fino a quindici secondi di suono su ogni lato del disco, e ha chiamato il suo progetto “Floppy Drive Reverb“. La superficie magnetica dei floppy disk funziona come quella dei nastri delle audiocassette, ma mentre in quest’ultime il tempo è rappresentato in maniera lineare, sui dischetti viene scritto in percorsi circolari. Con il risultato che i cross-talk tra le tracce adiacenti causano una confusione temporale, una sovrapposizione di passato, presente e futuro, che genera effetti sonori simili ad un’eco. Daniel McAnulty ha sviluppato ulteriormente l’idea di Ellsworth. Con il tentativo di emulare una “tape delay unit” d’annata, ha collegato tre di questi dischetti, consentendo nuove funzioni di riproduzione e registrazione simultanea. Ha anche pubblicato un tutorial sul suo sito web per indurre gli hacker e i cosidetti “circuit bender” a farsi i propri Floppy Drive Reverb. Al di là delle caratteristiche tecniche o di qualità del suono, ciò che dà a questi dispositivi un fascino particolare è forse il fatto che essi non solo preservano la qualità dei suoni, ma riescono a prolungare la vita del supporto di registrazione stessa.

Matteo Marangoni