Come costruire una finta Google Street View car

F.A.T. (Free Art & Technology) Lab

Google Street view è un’applicazione che permette di immergersi nel popolare servizio di Google Maps e muoversi a livello strada. Utilizza milioni di fotografie 3D per offrire agli utenti una vista 360 gradi orizzontale e 290 gradi verticale della loro ubicazione. Le foto vengono scattate attraverso una macchina montata su un auto. I difensori della privacy si sono sempre opposti a questa funzione, facendo riferimento a persone immortalate in attività che non avrebbero voluto mostrare pubblicamente. Google sostiene invece che le immagini sono state scattate su suolo pubblico e permette inoltre agli utenti di portare all’attenzione di Google immagini inappropriate perché vengano riviste o rimosse. Selezionato per l’edizione 2010 Futurity Now del Transmediale Festival, F.A.T. (Free Art & Technology) Lab ha voluto riprodurre un’auto Google Street View car pubblicando il kit fai-da-te “Come costruire una finta Google Street View Car” in otto facili passi: dal noleggio dell’auto all’acquisto dei materiali corretti (tavole di lengno, cartone, colla, ecc), dalla costruzione dell’ottagono della videocamera rigorrosamente senza camera, al montaggio del palo portante sulla base. Il progetto è parte di “Fuck Google”, collezione di add-on per browser, software open-source, considerazioni teoriche e azioni dirette mirate a creare consapevolezza del ruolo che Google gioca nel nostro quotidiano. L’assunto alla base dell’intero progetto è che una multinazionale, sebbene benvoluta e competente come Google, sta giocando un ruolo maggioritario nel network digitale e nel pubblico servizio rispetto al quale siamo diventati dipendenti. Trattandosi poi di una società per azioni, non deve rispondere ad altri se non al proprio azionariato, nonostante le sue decisioni abbiano effetti sulle vite e le informazioni riservate di tante persone. Eppure pochi s’interrogano o sollevano la voce contro la Googli-zzazione di Internet. In quanto organizzazione dedicata all’arricchimento del dominio pubblico attraverso la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie creative e dei media, FAT lab si e’ invece fatta sentire con un’ affermazione chiara: “tutti amiamo i prodotti di google. Ma a nessuna multinazionale in possesso di questa quantità di dati dovrebbe essere data fiducia. Che si fotta google. Tieni tuoi dati privati. Distribuisci il web” Il dubbio ora è quanto ci vorrà per rendere il pubblico consapevole. O ancora: alle persone la questione preoccuperà davvero? Se vedesse le proprie foto pubblicate su street view la gente si arrabbierebbe ? O piuttosto pubblicherebbe la notizia su twitter, facebook, youtube e tutti i social networks esistenti? Tutto questo per sottolineare un’acuta e recente rivisitazione ad opera di Weinberger dell’arguto motto di Wharol “In futuro ognuno sarà famoso per 15 persone”.

Valentina Culatti