Propagations, robot luminosi come automi cellulari

Propagations

I meccanismi di base dell’intelligenza artificiale sono ancora intorno a noi, probabilmente perché ci sono poche reali applicazioni in grado di indurre un utente a pensare che una macchina abbia una qualche “intelligenza.” Per cui le qualità “organiche” non sono ancora generalmente associate alle macchine digitali. Gli automi cellulari (cellular automata), una matrice di cellule che cambiano il loro stato dipendentemente dalla combinazione delle cellule stesse con le loro vicine, è certamente uno dei meccanismi classici, spesso sfruttato visivamente dagli artisti. “Propagations” di Leo Nunez è un’opera basato sugli automi cellulari, ma esplora percorsi diversi. É fatta da cinquanta robot con una luce roteante in cima. Gli utenti possono interagire con i robot usando un’interfaccia luminosa, e l’intero sistema evolve attraverso le regole degli automi cellulari. I robot sono entità autonome e il loro semplice algoritmo evolutivo rinforza questa sensazione una volta che lo spettatore gli è vicino. Essere un ospite in questa folla di abbaglianti macchine meccaniche, estremamente sensibili ai loro pari vicini meccanici e alla luce in generale, non è una condizione sconosciuta per un essere umano: in fondo egli è solo parte di un più ampio processo evolutivo.