Temporary.cc, interazione come annientamento

Temporary.cc

L’informazione digitale è un oggetto paradossale. Immateriale per definizione, ha tuttavia bisogno della materia (l’hardware) per manifestarsi. Eterna e non soggetta a decadenza, è costretta a legare la sua vita a quella dei supporti, ereditandone la fragilità e la naturale tendenza a deteriorarsi. Come se non bastasse, l’obsolescenza di macchinari e programmi ne mette continuamente a rischio la leggibilità.
La complessità di questo rapporto tra materia e codice affascina gli artisti sin dagli anni Sessanta, quando il movimento concettuale individuò nel nascente linguaggio delle macchine una metafora per l’arte stessa, fatta anch’essa di hardware (i materiali e i supporti) e software (le idee), oltre che un nuovo modello di processualità. Zach Gage, artista e designer residente a New York, raccoglie queste suggestioni e le rielabora nel progetto Temporary.cc, un sito web che contiene al suo interno un meccanismo di auto-cancellazione. Sul web, scrive Gage, “i dati hanno una vita apparentemente infinita, grazie alla cache dei motori di ricerca, al cloud-hosting, al reblogging, al plagio e alla way-back machine. Temporary.cc sfugge a questo paradigma”. Il sito infatti non conserva il proprio contenuto, ma lo sottopone a un processo degenerativo destinato a farlo scomparire del tutto, lasciando una pagina bianca. Il compito di deteriorarlo viene affidato agli utenti stessi, che contribuiscono alla cancellazione di una parte del codice ogni volta che lo visitano. L’interazione con l’opera dunque, ne determina la graduale scomparsa e, contemporaneamente, permette a ogni visitatore di visualizzare di una pagina web differente perché ogni accesso produce “una nuova composizione attraverso l’auto-distruzione”.

Valentina Tanni