Steve Goodman – Sonic Warfare: Sound, Affect, and the Ecology of Fear

Steve Goodman - Sonic Warfare: Sound

The MIT Press, ISBN-13: 978-0262013475, U.S.A., 2010, English
Le onde sonore solitamente non danneggiano l’udito, a meno che non si tenga costantemente troppo alto il volume delle cuffie o si resti troppo a lungo in piedi davanti agli alti altoparlanti di un concerto. Usati, comunque, nella maniera giusta (o meglio sbagliata) possono diventare un arma terrificante strettamente associata con la loro pervasività. La disamina del suono fuori dal suoi contesti è l’inquietante e unica caratteristica di questo libro altamente consigliato.
capace di infliggere vari livelli di molestia: dalla vessazione al danno fisico irreversibili (come abbiamo già analizzato nel numero #24 di Neural in “Directional Audio sonic weapons and other stories”). Goodman compila qui una storia del suono usato come arma, in tutte le sue orrorifiche applicazioni: dalla leggenda dei muri di Jericho al prototipo di un “cannone per turbini” fabbricato da uno scienziato nazista. Esso include anche il celebre assalto sonoro in Vietnam, la “Squawk Box” usata nell’Irlanda del Nord negli anni settanta e l’operazione “The Scream” usata dagli israeliani nell’evacuazione della West Bank nel 2005. Ma la sua ricerca è arricchita produttivamente da un’analisi di concetti chiave come la vibrazione, l’acustica, la velocità e ovviamente il rumore, sistematizzando il tutto in un contesto molto più ampio e interessante. Incontriamo le teorie di Burroughs sull’uso del suono per generare rivolte in strada così come frequenti citazioni dal celebre saggio “Noise” di Jacques Attali. Per questo le “rippling shockwaves” come le chiama l’autore, sono alla base di una florida trattazione sull’uso delle onde sonore a fini sociali e politici. Esse hanno un aspetto davvero sinistro, l’invisibilità, che è anche