IIE (Interactive Infrasonic Installation), infrasuoni a consumo pubblico

IIE

IIE è un’installazione acustica interattiva attraverso la quale Reinhard Gupfinger indaga gli infrasuoni ovvero quei suoni che, avendo una frequenza inferiore a 20/16 Hertz (20/16 cicli al secondo), si collocano al di sotto della soglia di udibilità dell’orecchio umano. Se l’orecchio risulta insensibile a tali suoni, il corpo umano è invece in grado di percepirli come vibrazioni e proprio tale possibilità è esplorata dall’artista austriaco con l’intento di avvicinare il pubblico a tale tipo di percezione. Gli infrasuoni sono infatti estremamente diffusi nell’ambiente naturale essendo prodotti da fenomeni atmosferici, come i tuoni e il vento, ma anche da alcuni animali (balene, elefanti ecc.) che li utilizzano per comunicare a distanza. Peraltro anche il traffico stradale o gli impianti industriali possono, in determinate circostanze, produrre infrasuoni. L’abbondanza di basse frequenze nell’ambiente che ci circonda è tale da stimolare una riflessione che ne riaffermi la centralità nella cultura contemporanea. Muovendosi in tale direzione diventa chiaro perché il progetto IIE può essere interpretato come un tentativo di sottrarre i sensi umani al monopolio percettivo del rumore, per aprirli a quei suoni che, per quanto inaudibili, non sono meno importanti nel determinare il soundscape quotidiano. Per riuscire nel proprio intento Gupfinger ha dato vita a un’installazione che mette insieme elementi piuttosto eterogenei come una canna d’organo lunga 635 centimetri, un generatore eolico e un’interfaccia di video-tracking per l’interazione multi-utente. Grazie a tale sistema il pubblico non soltanto è in grado di percepire gli infrasuoni prodotti durante la performance ma può anche interagire con essi, infatti, i movimenti degli utenti nello spazio circostante l’installazione determinano (grazie al sistema di video-tracking) il funzionamento del generatore eolico che soffia all’interno della canna d’organo determinando volume e velocità delle frequenze. In pratica gli utenti, con i propri movimenti, producono variazioni nell’ambiente sonoro e ciò li aiuta ad aumentare la propria consapevolezza acustica del fenomeno degli infrasuoni.