Can’t You See I’m Busy, giocare al lavoro senza sentirsi in colpa

Can't You See I'm Busy

Nello spirito della net.art dei tardi anni ’90, il progetto “Can’t You See I’m Busy” (di Maarten Vrouwes, Friso Ludenhoff, Eric Holm and Vincent Ludenhoff) consiste di vari video game arcade mascherati da generici software d’ufficio come word processing o spreadsheet per nascondere le attività del lavoratore d’ufficio che rimanda il più possibile ciò che deve fare. Fra i giochi rappresentati ci sono “Breakdown”, il famoso arcade in cui l’obiettivo era distruggere un muro mattone dopo mattone, abilita il giocatore a distruggere un testo parola per parola, usando un classico menabò di un documento Microsoft Word. In contrasto col precedente “Leadership”usa uno spreadsheet standard e un grafico plottato dove l’utente deve pilotare una navicella spaziale fra due linee del grafico ed evitare di schiantarsi contro le linee stesse. Come precauzione l’autore ha incluso una modalità di “salvataggio”, dove premendo la barra spaziatrice gli elementi di gioco scompaiono dal documento occultando l’insubordinazione nel caso in cui il proprio capo si stia avvicinando. Oltre a questi giochi, il sito offre una critica sociale riflessiva, calcolando la quantità di denaro sprecata dai giocatori. Dal sito:” Il tempo è denaro; ogni rilassamento ha il suo prezzo! Basandosi su un salario medio di 31,500 Euro, il calcolatore somma il tempo di gioco di ogni visitatore e calcola il costo collettivo delle pratiche di gioco al cantyouseeimbusy.com per l’economia mondiale.” Questo annuncio della colpa dell’utente nel costo che questi giochi hanno sull’economia globale è un testamento per il fatto che l’attuale recessione globale sia causata non solo dai malanni dei governi ma anche dalla distrazione quotidiana dei lavoratori d’ufficio.

Jonah Brucker-Cohen