Le Reliquaries di Tim Tate, fragilità del vetro/video.

Tim Tate

Tim Tate può essere davvero descritto come un artista mixed media. I suoi reliquiari sono fatti combinando contenitori in vetro trasparente, oggetti e circuiti elettronici, come altoparlanti, con piccoli schermi video. Lo schermo mostra generalmente un breve lavoro video che viene riprodotto dai circuiti di un riproduttore dvd ospitato nella parte inferiore del contenitore in vetro. Il riproduttore dvd è stato co-sviluppato da Tate e da un’azienda di elettronica ottica in California. Il design è stato ispirato realizzando che l’artista non era tanto interessato a riparare in continuazione i suoi lavori, desiderando, invece, un design che garantisse una lunga conservazione, che attraesse curatori museali. Lo sviluppo di riproduttori piccoli e compatti significa inoltre che le sculture sono molto più autosufficienti e danno l’impressione che la tecnologia non si sovrapponga al lavoro. Di questi artefatti l’autore ne ha prodotti un certo numero, ciascuno combinando regolarmente l’iconografia religiosa, come le mani giunte in preghiera ai più diversi frutti. Il lavoro di Tim Tate si percepisce come se lo si fosse trovato in una vecchia chiesa da qualche parte, col video lasciato sfarfallare nel buio per secoli. Combinate con l’iconografia religiosa, le immagini video possono raccontare la storia di un santo da un qualsiasi numero di religioni, Questi artefatti non sarebbero fuori luogo in un film di Jodorowsky. Essi infatti hanno lo stesso senso di potere e giocosità, mentre impongono un’attenzione che viene dalla fragilità della loro struttura. C’è un preciso senso nel combinare abilità artigianali con i media digitali, ossia l’evolvere di una nuova sensibilità che porti qualcosa di nuovo in entrambe queste spesso distanti forme d’arte.

Mark Hancock