Aymeric Mansoux, Marloes de Valk – FLOSS+Art

Aymeric Mansoux

Mute Publishing Ltd, ISBN 978-1906496180, UK, 2009, English
La difesa del modello FLOSS nella cultura è una strategia nodale per il cambiamento, ed è importante tenere a mente ciò che le due persone che hanno curato quest’antologia (Aymeric Mansoux e Marloes de Valk) affermano nell’introduzione: “l’industria del software non vende più software, ma licenze.” Partendo da qui il percorso da loro proposto che attraversa tutte le questioni relative all’arte del free software diventano un’esperienza che arricchisce notevolmente. La collezione di saggi è la più esaustiva mai pubblicata includendo l’analisi del FLOSS in relazione alla musica, al video, al teatro, al design grafico, alla tipografia, alle biblioteche, alle licenze, al “Live coding”, o a quant’altro possa venire in mente come pratica culturale. Questo denso libro con ventiquattro autori non è certo, comunque, un’apologia dei modelli FLOSS nello spirito di una battaglia ideologica. Al contrario, per esempio, la necessaria apertura mentale e la volontà di cambiare sistema operativo, più il conseguente investimento di tempo personale non è sottostimato. Ma la quantità di analisi, pratiche e stimoli che emergono durante la lettura risulta interessante come la scoperta di un nuovo mondo. fra gli altri, il libro include il seminale testo (vincitore di un premio a Transmediale) “All Problems of Notation Will be solved by the Masses: Free Open Form Performance, Free/Libre Open Source Software and Distributive Practice” di Simon Yuill che analizza in maniera critica ed esemplare il paradigma FLOSS attraverso la storia e la filosofia, enfatizzando la sua fondamentale qualità di libertà nella produzione. Per cui il libro risulta una sorta di manifesto, scritto coralmente a volte riflettendo gli stessi difetti del FLOSS (ridondanza ed entusiasmo) e le sue inarrivabili virtù, ma dando concrete speranze per il suo potenziale pervasivo in ogni settore artistico.