Feral Trade, il commercio via social networks

Feral Trade

Feral Trade (Import-Export) è un’attività di commercio al dettaglio con matrice artistica fondata a Bristol nel 2003. Secondo Kate Rich, la creatrice, si tratta di un esperimento di commercializzazione di beni attraverso i social networks. I prodotti transitano per rotte sociali, evitando i canali ufficiali della distribuzione a favore di un sistema di trasporto manuale, utilizzando spesso altri artisti e curatori come muli.Oltre al commercio ormai quinquennale di caffé da El Slvador, la linea di prodotti Feral Trade include dolci dall’Iran, tumerici dal Bangladesh, grappa dalla Croazia e antidepressivi naturali dalla Bulgaria, stabilendo cosi una serie importante di reti informali e alternative per la distribuzione di prodotti destinati altrimenti al mercato locale. Il processo è chiamato Feral (Indomito) Trade per distinguerlo da altri metodi come Fair (Equo) o Free (Libero). Inoltre l’appellativo “indomito” in questo caso richiama la natura del piccione più che quella del lupo. Importante distinzione che suggerisce tattiche di guerriglia in un ambiente urbano ostile invece che l’idea romantica di natura selvaggia. L’approccio di Feral Trade riporta alla memoria tempi lontani in cui le merci si muovevano lentamente. Kate fa il confronto con quando i carichi erano trasportati al largo lungo i canali. Occorrevano giorni per viaggiare attraverso il Regno Unito e ciò che importava era la frequenza e non la velocità. Fintanto che le merci si muovevano ad intervalli regolari le persone avrebbero ricevuto il loro essenziale quotidiano. Il successo di questo progetto è ancor più notevole se analizzato alla luce del crescente clima di tensione sulle fonti dell trasporto. Si potrebbe perciò ipotizzare che se il sistema di scambio fosse più “indomito” la domanda “ha preparato la borsa da solo” diventerebbe irrilevante.



Valentina Culatti