Street Radio, tradizione orale diffusa in digitale

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L’austriaco Armin Medosch, artista, scrittore e curatore di stanza a Londra, ha recentemente lanciato presso la stazione centrale di Southampton il progetto Street Radio, un’installazione pubblica che rimarrà allestita sino a novembre. Sfruttando la tecnologia realizzata dalla società Hivenetworks e avvalendosi della consulenza tecnica di Alexei Blinov (l’artista russo mentore di Raylabs che vanta innumerevoli collaborazioni nel campo della new media art), Medosh ha realizzato un network radiofonico costituito da dieci nodi pubblici che diffondono alcune storie selezionate dal Southamptons Oral History Archive e adattate in modo da corrispondere alle caratteristiche dei luoghi dove sono stati implementati i nodi. Street Radio utilizza un complesso di tecnologie che grazie alle dinamiche virtuose del movimento per il free software sono diventate fruibili anche al di fuori dei sancta sanctorum della ricerca scientifica e possono prestarsi ad approcci DIY, quali quello di Medosch e Blinov. Ogni nodo dell’installazione è costituito da una piccola scatola resistente alle condizioni metereologiche, non proprio miti, della città portuale inglese; all’interno di esse la combinazione hardware e software realizzata da Hivenetworks permette di riprodurre in loop i file audio che circolano su onde radio in modulazione di frequenza (89.0 MHz). Le scatole, equipaggiate con un semplice alimentatore USB, sono in grado di diffondere il segnale sonoro in un area di 30 metri circa, ma hanno anche la possibilità di rilevare i cellulari con dispositivo Bluetooth attivo. Collegamenti in remoto avvengono solo per la manutenzione degli apparati, i dispositivi dunque non fungono anche da access point. L’aspetto più interessante del progetto non è tuttavia relativo all’utilizzo di tecnologie innovative quanto piuttosto al rapporto che riesce ad instaurare – grazie ad esse – tra il pubblico e quella tradizione orale troppo spesso a rischio di oblio in una società irrimediabilmente proiettata verso il futuro e verso nuove forme di comunicazione. Il progetto Street Radio può dunque essere interpretato come l’ennesima smentita della miope previsione secondo la quale la civiltà dei computer avrebbe spazzato via la cultura orale, assistiamo invece all’emergere di una nuova forma di oralità che potremmo definire “terziaria”, nel solco della Scuola di Toronto che ci ha insegnato a considerare secondaria l’oralità propria dell’era elettronica.

Vito Campanelli